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Omicidio Vincenzo Ruggiero, Ciro Guarente subì abusi da un prete: “Vittima di don Silverio Mura”

Ciro Guarente, da un anno in carcere per l’omicidio del giovane attivista gay, Vincenzo Ruggiero sarebbe un’altra presunta vittima di don Silverio Mura, l’ex parroco di Ponticelli al centro di un caso di pedofilia. Il passato di abusi subiti da Ciro quando aveva 13 anni è emerso dal fascicolo di indagini difensive consegnato in procura dal suo avvocato.
A cura di Angela Marino
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Ciro Guarente avrebbe subito abusi sessuali da un prete quando era un adolescente. È quanto emerge dal fascicolo consegnato in Procura dal legale dell'omicida del giovane attivista gay, Vincenzo Ruggiero, l'avvocato Dario Cuomo, e trapelato nelle ultime ore. La notizia più sconvolgente, però, è che ad abusare del 36enne di Ponticelli quando era un ragazzino, sarebbe stato don Silverio Mura, oggi già sotto la lente della Curia per le denunce di un altro ex allievo del prete, Arturo Borrelli, anche lui vittima di presunti abusi.

A riferire degli abusi non sarebbe stato il solo Ciro Guarente – da un anno in carcere per aver ucciso e fatto a pezzi Vincenzo Ruggiero a seguito di un attacco di gelosia per la sua fidanzata, l'inquilina transessuale di Vincenzo, Heaven Grimaldi – bensì altre persone, ben cinque testimoni. "Per tratteggiare un profilo di Ciro nell'ambito delle indagini che lo vedono imputato di omicidio e occultamento di cadavere – spiega l'avvocato di Guarente – abbiamo ritenuto opportuno ascoltare altre persone e queste ci hanno riferito degli abusi perpetrati per anni da don Silverio su Ciro, confermando il suo racconto".

"Descrivere il contesto all'interno del quale è cresciuto il signor Guarente – ha aggiunto ancora Cuomo – ci sembrava importante per spiegare perché è diventato ciò che è, l'assassino di Vincenzo. Ci sembrava di doverlo soprattutto alla madre della vittima, di doverle una ‘spiegazione".

Il quadro di abusi emerso nel passato dell'ex militare di Ponticelli, tuttavia, non cambia in alcun modo il peso dell'eventuale condanna inflitta. "I fatti non costituiscono attenuante – chiarisce Cuomo – almeno dal punto di vista giuridico, servono solo a spiegare il contesto nel quale il delitto è maturato. La vittima è stata Vincenzo, ma avrebbe potuto essere chiunque altro, vista la personalità di Ciro".

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