Omicidio Fortuna, Augias si difende: “Non volevo dire che ha provocato il pedofilo”
"Non avevo mai visto una bambina pettinata e conciata in quel modo, ma non voglio suggerire che il suo aspetto abbia potuto sollecitare il pedofilo che l'ha uccisa". Cosi Corrado Augias dopo le polemiche che hanno infiammato i social per le dichiarazioni del giornalista a Di Martedì, in onda ieri su La7. Il giornalista ha commentato il caso di Fortuna Loffredo, la bimba di 6 anni abusata e uccisa al Parco Verde di Caivano il 24 giugno 2014. "Questa è una bambina che a 5-6 anni si atteggia come se ne avesse sedici. Questo stridore mi fa capire che anche lì si erano un po’ persi i punti di riferimento". Queste parole hanno suscitato una ridda di polemiche su Facebook e su Twitter dove gli utenti hanno espresso indignazione per le parole del giornalista riferite a una bambina vittima di abusi sessuali, morta scaraventata dall'ottavo piano del palazzo. "Ancora una volta si conferma il fatto che la comunicazione nei social è grezza e approssimativa", ha detto Augias all'Huffigton Post.
"Il mio era un ragionamento complesso e partiva dall'analisi di una foto che mi ha fatto fare un balzo dalla sedia", quella dove la madre di Fortuna mostra una immagine della figlia uccisa mentre alle spalle campeggia una statuetta di padre Pio". "In quella foto è drammatico il contrasto tra la statua di un santo e una bambina abusata due volte, una dal suo carnefice e una dall'ambiente sociale nel quale ha consumato una infanzia perduta". Il conduttore televisivo e giornalista attribuisce responsabilità anche alla madre della piccola: "Una mamma che pettina la figlioletta di 5 anni come se ne avesse 18 è una donna che ha perso i riferimenti e, tra questi, la capacità di comprendere il sacro. Mi ha fatto pensare a quei mafiosi che si circondano di immaginette e simboli cristiani, senza poi materialmente seguire gli insegnamenti morali di quei simboli. Anche nella foto di Fortuna padre Pio diventa una statuetta pagana". E ho voluto sottolineare la tremenda mancanza di infanzia in quella immagine. I bambini dovrebbero fare i bambini anche perché è una conquista recente: fino alla metà dell'Ottocento i diritti dell'infanzia non esistevano".
"Il fatto che quella bimba fosse vestita in quella maniera e poi che sia stata vittima di abusi sessuali – puntualizza – è soltanto un punto di collegamento casuale ed epidermico, l'unico punto di incontro di due discorsi lontani". "La pedofilia è un fenomeno che attraversa anche le classi benestanti e – conclude – sarebbe sbagliato colpevolizzare tutti i vicini di casa della povera Fortuna. Ci vorrebbe uno sforzo culturale pazzesco per eliminare queste sacche di miseria, non solo economica, e fare di tutta l'erba un fascio è un atteggiamento controproducente".