165 CONDIVISIONI

Omicidio fuori alla discoteca, condannato a 18 anni il baby boss che spara con due pistole

Michele Elia, 18 anni, nipote del boss del Pallonetto di Santa Lucia, a Napoli, è stato condannato a 18 anni di reclusione: è accusato di un omicidio e di un tentato omicidio avvenuto durante una stesa. Il ragazzo incastrato dalle intercettazioni e ripreso in un video mentre sparava con due pistole.
A cura di Nico Falco
165 CONDIVISIONI
Immagine

Ha solo 18 anni, i prossimi 18 li dovrà passare dietro le sbarre. Michele Elia, nipote omonimo del boss della camorra del Pallonetto di Santa Lucia, nel centro di Napoli, è stato condannato dal tribunale dei Minori per omicidio, tentato omicidio e possesso di armi con l'aggravante della finalità mafiosa. Il ragazzo, difeso dall'avvocato Giuseppe De Gregorio, è ritenuto responsabile dell'assassinio di Agostino Di Fiore e del ferimento di Giuseppe Iaselli, in due distinti episodio. Il primo risale all'11 giugno 2018. Di Fiore, giovane di Secondigliano, stando a quanto emerso dalle indagini aveva tentato di sedare una lite tra un ragazzo, il 19enne Francesco Esposito, e la fidanzata. Poco dopo era partita la chiamata a Michele Elia, all'epoca ancora diciassettenne: il ragazzo era un suo amico, gli aveva detto di essere stato picchiato e gli aveva chiesto aiuto. Tutte parole intercettate dagli inquirenti. E così Elia aveva preso una pistola, si era infilato in un taxi e da Santa Lucia era arrivato davanti alla discoteca di Coroglio. Stando a quanto sostenuto dalla difesa, il ragazzo aveva esploso un primo colpo in aria, poi era stato investito da Di Fiore e quindi aveva puntato l'arma nell'abitacolo, uccidendo il 28enne di Secondigliano. Per quella storia Francesco Esposito sarà in tribunale il prossimo 3 maggio, accusato di essere il mandante e complice dell'omicidio di Agostino Di Fiore.

La seconda accusa per cui è stato condannato Michele Elia è invece la stesa del 13 maggio 2018, quando alcuni ragazzi sfilarono pistola in pugno in piazza Trieste e Trento, adiacente a piazza del Plebiscito e spararono contro Iaselli, ritenuto dagli investigatori legato ad alcuni pregiudicati vicini al gruppo Saltalamacchia dei Quartieri Spagnoli. Le analisi balistiche accertarono che per l'omicidio di Di Fiore e per la stesa fu usata la stessa arma. In quella circostanza il ragazzo che sparò impugnava due pistole; per gli inquirenti si trattava del rampollo del boss e quella sparatoria sarebbe da inquadrare nei contrasti per il predominio sulla zona che separa il Pallonetto dai Quartieri Spagnoli.

165 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views