Omicidio Giovanna Arrivoli, c’è un fermo: è l’uomo che ha sepolto la donna-boss
C'è un fermo per l'omicidio di Giovanna Arrivoli, la donna il cui cadavere era stato ritrovato parzialmente sepolto lunedì sera a Melito, alle porte di Napoli. I carabinieri hanno arrestato un uomo accusato di aver sepolto il colpo della 41enne, che gestiva il bar Blue moon nel cuore del quartiere 219 a Melito, roccaforte del clan degli Scissionisti Amato – Pagano.
A incastrare il fermato le impronte digitali e il gps
Il fermato sarebbe stato riconosciuto e incastrato grazie alle impronte digitali lasciate sulla pala usata per scavare la fossa, nella quale è stato parzialmente occultato il corpo crivellato di colpi di Arrivoli. A incastrare il fermato, di cui ancora non è stata resa nota l'identità, anche il segnale gps del suo cellulare che ne ha rilevato la posizione. Il fermato si trova adesso in una cella in attesa dell'udienza di convalida: per lui l'accusa è di occultamento di cadavere aggravata dall'aver favorito un clan camorristico.
Giovanna, camorrista che voleva essere trattata come un uomo
Giovanna Arrivoli era nota nell'ambiente camorristico di Melito per i suoi affari col clan egemone sul territorio. La donna si era sottoposta a un'operazione per farsi asportare il seno perché voleva essere considerata a tutti gli effetti un uomo. E come tale la trattava chi si relazionava con lei. Arrivoli era stata in carcere per reati legati alla droga. Proprio un ammanco in una transazione per qualche partita di stupefacente potrebbe aver scatenato i killer della camorra. A denunciare la scomparsa di Giovanna, lo scorso 7 maggio, era stata la sua compagna.