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“Ora ci sono le donne”: Nunzia d’Amico, la boss che comandava il Conocal (VIDEO)

“Chernobyl è passata, ora è peggio, ora ci sono le donne”. Le intercettazioni di Nunzia D’Amico, la donna boss giustiziata a Ponticelli nel settembre del 2015 nella guerra tra i D’Amico e i De Micco per il controllo delle 11 piazze si spaccio del rione Conocal, dove oggi i Carabinieri hanno arrestato 90 affiliati alla famiglia d’Amico.
A cura di An. Mar.
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"Chernobyl è passata, ora è peggio, ora ci sono le donne".  Parla Nunzia D'Amico, la donna boss giustiziata a Ponticelli nel settembre del 2015 nella guerra tra i D'Amico e i De Micco per il controllo delle 11 piazze si spaccio del rione Conocal, dove oggi i Carabinieri hanno arrestato 90 affiliati alla famiglia d'Amico. Le intercettazioni alla base delle indagini riportano diversi dialoghi tra la capoclan e altre persone. Alcuni riguardano proprio lo spaccio e il traffico di droga, attività sulle quali il clan della periferia est di Napoli, con il suo potete apparato militare, ha saputo imperniare un'egemonia dopo la cessazione del dominio incontrastato del clan Sarno, a partire dall'estate 2009. Una conversazione riporta una trattativa per l'acquisto di una partita di droga:

L'amnèsia a quanto la paghi tu?L'ho pagata a 11
Dammi dieci giorni di tempo e te la porto a 8 e 5
Mi devi portare sempre il ‘buonillo' però o zio, perché ce ne stanno parecchi tipi
L'amnèsia è amnèsia!
Io sono andata ieri, quello mi ha messo davanti cinque tipi di amnèsia, disse ‘scegli tu quale', quello da 8,5, l'altro da 9,9, un altro da 10, un altro da 11. Noi ci pigliammo quello da 11
Quello da 11 ti porto il campione, tu lo sai vedere?
Portami il buonillo, ti sto dicendo, me lo vengo a prendere, Gesù, se no lo dobbiamo a andare a prendere, sai quante volte a 200 a 300 non lo trovo
Venti pacchi ha detto. Dammi 10 giorni e ti faccio misurare le cose.

L'abitazione della boss Nunzia D'Amico era diventata la base operativa del clan e "luogo nel quale tutte le decisioni sono state prese e gli episodi commentati". Grazie alle conversazioni ascoltate per quasi un anno all'interno della casa gli inquirenti hanno ricostruito la struttura del gruppo camorristico che esercita un vero e proprio controllo capillare del territorio anche "grazie alla particolare spregiudicatezza e – scrive in una nota il procuratore aggiunto di Napoli, Filippo Beatrice – pericolosità degli affiliati, soprattutto di quelli più giovani, e alle loro capacità militari nonché a una grossa disponibilità di armi, maneggiate anche da minori che, in alcuni casi, non hanno compiuto dieci anni".

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