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Oro in cambio di favori in tribunale: cancelliere arrestato, dieci avvocati ai domiciliari

Bufera a Marigliano, negli uffici del Giudice di Pace: in carcere un cancelliere, ai domiciliari dieci avvocati e tre sospesi dall’attività per un anno. Secondo i carabinieri, il cancelliere faceva sì che i loro fascicoli finissero a giudici più graditi, in cambio di costosi regali in oro. In tutto 15 le persone coinvolte.
A cura di Giuseppe Cozzolino
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[Immagine di repertorio]
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Fascicoli "pilotati" verso giudici più graditi rispetto ad altri, in cambio di costosi oggetti in oro. Scoppia la bufera a Marigliano, nella provincia di Napoli, negli uffici del Giudice di Pace locale: nei guai un cancelliere, un ex dipendente comunale e ben tredici avvocati, tutti raggiunti questa mattina dai carabinieri appartenenti al Nucleo Investigativo di Castello di Cisterna e dai militari dell'Arma del comando Anti-falsificazione Monetaria di Roma. Tutti e quindici sono ritenuti responsabili, infatti, a vario titolo, dei reati di corruzione, soppressione, distruzione e occultamento di atti pubblici, falsità in atti pubblici, uso di valori di bollo contraffatti e truffa ai danni dello Stato.

Il cancelliere indagato è finito in carcere, mentre l'ex-dipendente comunale di Marigliano e dieci avvocati sono finiti ai domiciliari; altri tre gli avvocati che hanno ricevuto la misura interdittiva della sospensione dall'esercizio della professione per dodici mesi. Le misure sono state decise dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Nola, al termine delle indagini dei carabinieri coordinate dalla locale Procura della Repubblica nolana. Un lungo lavoro fatto anche di pedinamenti e intercettazioni, che ha permesso di ricostruire il quadro accusatorio nei confronti degli indagati.

Stando a quanto ricostruito, il cancelliere preposto all'Ufficio Iscrizioni a Ruolo faceva sì che i fascicoli di cui erano patrocinatori alcuni avvocati suoi amici finissero per arrivare al Giudice di Pace a loro più gradito. Nel corso delle indagini sono emersi diversi casi accertati in cui era avvenuta la sottrazione, la soppressione e perfino la distruzione di fascicoli processuali da parte degli avvocati all'interno della cancelleria cui era preposta l'indagata, nonché l'alterazione del criterio di assegnazione dei fascicoli, che veniva ottenuta posticipando le iscrizioni a ruolo rispetto alla data originale, ed anche la creazione di fascicoli completamente falsi, dove le parti processuali erano soggetti deceduti o completamente inventati. Come "compenso", il cancelliere aveva ricevuto un costoso oggetto in oro durante una cena organizzata presso la sua abitazione. Calcolati anche danni allo stato pari a circa 40mila euro: cifra che è stata calcolata sui casi accertati di appropriazione di marche di bollo, che avveniva mediante atti pubblici falsi.

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