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Otto ore per estrarre il corpo del capitano: sei mesi fa il naufragio a Gaeta

Il corpo di Giulio Oliviero, il capitano del peschereccio napoletano “Rosinella” affondato a Gaeta lo scorso aprile, è stato ritrovato nella serata di ieri. Ci sono volute otto ore per estrarre il cadavere dal relitto. Di lui si erano perse le tracce da sei mesi, dopo che i corpi degli altri due marinai a bordo erano stati ritrovati dopo il naufragio.
A cura di Valerio Papadia
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Giulio Oliviero
Giulio Oliviero

Era disperso in mare da sei mesi Giulio Oliviero, originario di Ercolano, provincia di Napoli, il capitano del peschereccio "Rosinella", affondato lo scorso aprile nelle acque di Gaeta. Il corpo dell'uomo è stato finalmente ritrovato, a sorpresa, nella serata di ieri, intorno alle 18. Di lui si erano perse le tracce subito dopo il naufragio dell'imbarcazione e il mistero su che fine avesse fatto il suo corpo si era infittito dopo che, nei giorni immediatamente successivi alla sparizione, erano stati ritrovati i cadaveri degli altri due marinai a bordo.

Ieri, improvvisamente, dopo che la barca era stata più volte ispezionata dalla Capitaneria di Porto di Gaeta, il corpo di Oliviero è stato notato da un operaio addetto alla pulizia dell'imbarcazione. Il cadavere del capitano era incastrato in una botola all'interno del relitto ed è stato necessario l'intervento dei Vigili del Fuoco, durato otto ore, per estrarlo. La salma è stata trasportata all'obitorio dell'ospedale di Formia di via Castagneto, dove oggi verrà eseguito l'esame autoptico. Le esequie, invece, dovrebbero svolgersi tra sabato e domenica.

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