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Pane vesuviano patrimonio dell’Unesco: via alla raccolta firme

L’iniziativa promossa dai sindaci di Massa di Somma, San Sebastiano al Vesuvio e Massa di Somma: dopo l’arte della pizza, anche il pane vesuviana potrebbe ottenere in tempi brevi il prestigioso riconoscimento dell’Unesco.
A cura di Giuseppe Cozzolino
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Non solo la pizza napoletana, ma anche il pane vesuviano potrebbe diventare patrimonio dell'Unesco. L'iniziativa è promossa dai comuni vesuviana di San Giorgio a Cremano, Massa di Somma e San Sebastiano al Vesuvio, che hanno riscontrato già l'entusiasmo dell'Unione Panettieri regionale nonché del noto imprenditore del settore della ristorazione Gino Sorbillo.

E' dal Cinquecento, infatti, che il pane vesuviano viene preparato allo stesso modo e con gli stessi ingredienti: farina, acqua, sale e lievito madre, in un processo simile a quello della pizza, ma che ha reso il pane vesuviano unico nella sua realizzazione. Ed ora l'0biettivo è quello di completare l'iter per trasformare il pane vesuviano in patrimonio dell'Unesco in tempi brevi. Del resto, già da due mesi è iniziata la raccolta firme, che vede coinvolti anche diversi pizzaioli di Napoli che erano scesi in campo per il riconoscimento dell'arte della pizza.

"Parte del lavoro è già tato fatto: con il riconoscimento dell'arte della pizza, si è certificato l'impasto e la lavorazione, che è molto simile a quella della panificazione", ha spiegato Salvatore Sannino, sindaco di San Sebastiano al Vesuvio, "Ottenere anche per l'arte della panificazione lo stesso riconoscimento significherebbe aiutarci a conservare una tradizione e soprattutto a creare occupazione". Proprio nella cittadina vesuviana a breve nascerà la "cittadella del pane", in una villa confiscata alla camorra. "La useremo per fare formazione e per tramandare il mestiere e avvicinare le nuove generazioni", ha concluso ancora Sannino.

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