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Panico in Tangenziale, ambulanza si guasta durante la corsa: a bordo una donna incinta

La donna, all’ottavo mese di gravidanza, aveva chiamato il mezzo di soccorso dopo che le si erano rotte prematuramente le acque. Il mezzo, diretto all’ospedale Cardarelli, è rimasto fermo a lungo in attesa di soccorsi. Un’auto della polizia ha infine scortato la donna all’ospedale.
A cura di An. Mar.
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Ha chiamato l'ambulanza per raggiungere l'ospedale nel più breve tempo possibile ed essere soccorsa nelle sue condizioni, ma avrebbe fatto meglio a raggiungere l'ospedale in taxi, visto l'incidente non da poco, capitato al mezzo in corsa verso l'ospedale. Il veicolo, si è infatti fermato, per un guasto tecnico, sulla tangenziale di Napoli, lasciando la paziente – una donna incinta all'ottavo mese – in preda al panico in attesa dei soccorsi. È la sfortunata avventura in cui una donna e suo marito sono incappati ieri mattina. La coppia ha chiamato il 118 dopo che la donna si è accorta di avere rotto prematuramente le acque. Sono le 6 e 30 del mattino. L'ambulanza si precipita al domicilio dei coniugi, in piazza del Gesù, li carica e comincia la corsa verso l'ospedale Cardarelli di Napoli. Sulla Tangenziale, a pochi chilometri dalla struttura collinare, il mezzo si ferma. Un guasto. Gli operatori del 118 allertano un altro mezzo, ma nel frattempo, su quello in sosta di emergenza la situazione non è certo rassicurante.

La donna ha bisogno di cure e nonostante sia assistita dai sanitari, deve raggiungere al più presto l'ospedale. Provvidenzialmente, passa sulla strada una volante della Polizia. L'auto carica la donna e la scorta finalmente al nosocomio del Vomero, dove viene finalmente soccorsa. Arriva anche la seconda ambulanza che nel frattempo recupera gli altri paramedici. L'ambulanza in avaria rimane ferma in attesa del carroattrezzi. Fortunatamente, in questo caso, l'incidente si risolve nel migliore nei modi per la sfortunata paziente, ma cosa sarebbe successo, se sul mezzo fosse stato soccorso un paziente infartuato? La vicenda, infatti, riaccende i riflettori sulle condizioni dei mezzi di soccorso, sottoposti a turni di 22 ore e ormai logori.

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