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Papa Francesco a Napoli per una visita-lampo, uno smacco per il cardinale Sepe

L’annuncio che Bergoglio sarà a Pompei e solo dopo nel capoluogo rappresenta anche un segnale nei confronti dell’arcivescovo napoletano. Il quale, vorrebbe chiudere la carriera ecclesiastica a Roma, dove, però, per lui non c’è spazio.
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Papa Francesco
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A Napoli è iniziato il conto alla rovescia verso il 21 marzo, data in cui papa Francesco visiterà il capoluogo campano per quella che si rivelerà essere, però, solo una toccata e fuga. Una visita fortemente voluta dall’intera comunità dei fedeli, ma soprattutto dall’arcivescovo, il cardinale Crescenzio Sepe, che ha lavorato per la venuta del pontefice in città fin dai momenti immediatamente successivi alla sua elezione. Tuttavia, la tanto attesa visita di Francesco a Napoli sarà più breve del previsto, visto che negli scorsi giorni è stato reso noto che il Papa punterà prima verso Pompei, che non ricade nella diocesi guidata da Sepe. Il 21 marzo, dunque, Francesco sarà prima nella città mariana per rendere omaggio al santuario della Madonna, poi si sposterà a Napoli, dove incontrerà rappresentanti istituzionali, clero e giovani per poi celebrare, nel pomeriggio, una messa in piazza Plebiscito prima di spostarsi a Roma. Una visita lampo, insomma, con un itinerario molto simile a quello compiuto il 21 ottobre 1979 da Giovanni Paolo II, mentre Benedetto XVI aveva visitato Napoli e Pompei in due giornate diverse.

Sepe ha dovuto lavorare tanto per convincere Francesco a recarsi a fare visita ai cattolici napoletani ed ha dovuto anche subito lo sgarbo di vedere il Papa fare prima visita ad un’altra diocesi campana, quella di Caserta, per giunta per ben due volte. Lo smacco è apparso evidente soprattutto quando Sepe ha dovuto affrettarsi, con un comunicato, di essere stato tempestivamente informato della visita del Papa in una diocesi vicina alla sua, ma molto più piccola e meno importante. Nulla di sorprendente, in realtà: Bergoglio ha dato dimostrazione di non tenere in nessun conto la storica gerarchia tra diocesi, al punto di recarsi in piccole realtà come Cassano allo Jonio, in Calabria, snobbando, ad esempio, la più grande diocesi di Europa, quella di Milano.

Sepe, che aveva annunciato l’arrivo di Francesco a Napoli già dal 2013, però, l’ha preso come una sconfitta ed ha aumentato il pressing nei confronti della Santa Sede affinchè la visita fosse ufficializzata in tempi rapidi. Francesco, da Caserta, ha annunciato la sua visita a Napoli il 26 luglio scorso, senza però fornire una data. Papa Francesco era stato quasi costretto a fare un annuncio simile, visto che nelle ore precedenti era stato lo stesso cardinale Sepe a chiarire che il Papa ne avrebbe fatto cenno, attraverso un comunicato pubblicato sul sito web dell’arcidiocesi di Napoli. La data, invece, è stata resa nota pubblicamente dallo stesso Sepe, forse per evitare che il Vaticano potesse fare un passo indietro dopo aver concordato il giorno della visita. Lo scorso 19 settembre, in occasione del miracolo di San Gennaro, Sepe ha proclamato con un ampio sorriso che Bergoglio sarebbe stato a Napoli il prossimo 21 marzo.

Insomma, Sepe ha rincorso Bergoglio per mesi e, alla fine, è riuscito a bloccarlo: di sicuro non è stato un desiderio espresso del Papa venire a Napoli. Che Sepe ci sappia fare in un ambiente come quello vaticano, che conosce benissimo, è un dato di fatto. Lo dimostra, ad esempio, il fatto che Napoli è riuscita ad avere finalmente, dopo decenni di richieste e tentativi infruttuosi, tre vescovi ausiliari. I quali sono, però, figure di secondo piano in ambito ecclesiale, incapaci di fare ombra all’istrionico arcivescovo che vuole la scena della ribalta di Napoli tutta per sé. Fino a quando, non si sa: Sepe avrebbe provato a verificare se ci sono possibilità di rientrare a Roma, dove, dopo essere stato l’organizzatore principe del Giubileo del 2000 ed aver ricoperto l’incarico del prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli, non avrebbe disdegnato avere un nuovo ruolo, per chiudere in bellezza la sua carriera ecclesiastica. Da Oltretevere, però, gli hanno fatto sapere che difficilmente sarà spostato da Napoli, città in cui, a questo punto, dovrà rimanere come arcivescovo fino al compimento del settantacinquesimo anno di età, nel 2018

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