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Parco della Marinella, accertata la natura dolosa dell’incendio. La Procura indaga

L’ipotesi di reato è quella d’illecita combustione di rifiuti.
A cura di Angela Marino
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Non ci sono dubbi: ad appiccare il rogo che lunedì ha devastato il Parco della Marinella è stata la mano di qualcuno intenzionato a distruggere la zona. Alla vigilia dell'inizio dell'opera di bonifica dell'area di Via Amerigo Vespucci, nei pressi del porto, qualcuno ha dato alle fiamme intenzionalmente le enormi cataste di rifiuti accumulate nell'ex campo rom. Dalle evidenze raccolte dagli inquirenti è emersa senza alcun dubbio la natura dolosa dell'atto incendiario e la Procura di Napoli ha aperto un'indagine disponendo il sequestro del suolo dove è stato appiccato il rogo. L'ipotesi di reato, a questo punto, è quella d'illecita combustione di rifiuti.

Eseguiti i necessari rilievi, ieri la polizia municipale ha consegnato una relazione alla Procura. Sarà il pool Ecologia, guidato da Nunzio Fragliasso, a indagare sul tre rogo appiccato nell'area designata a diventare il polmone verde di via Marina. Nessun riscontro purtroppo, almeno per il momento, delle immagini delle telecamere di video-sorveglianze collocate in via Marina, esaminate dal capitano Enrico del Gaudio, a capo della sezione reati ambientali della polizia municipale.

Intanto, sulle circa 100 tonnellate di spazzatura di varia natura, selezionate e accatastate all'interno dell'ex campo rom dopo lo sgombero degli occupanti avvenuto nel 2012 erano destinate ad essere oggetto di un intervento di bonifica che sarebbe durato 45 giorni il presidente dell'Asìa Raffaele Del Giudice precisa, facendo chiarezza, dopo le dichiarazioni del sindaco facente funzione Tommaso Sodano: "L'Asìa non è intervenuta nel sito per accatastare i rifiuti. L'azienda ha provveduto a un intervento nelle zone adiacenti il futuro Parco della Marinella, solo l’Astir – specifica –  ha differenziato i rifiuti dopo lo sgombero del campo rom".

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