Parco Verde, arrestata una donna per abusi sessuali su un minore
Una donna di 38 anni residente nel rione Parco verde di Caivano (Napoli) è stata arrestata dai carabinieri di Casoria nell'ambito dell'inchiesta per abusi sessuali su minori coordinata dal procuratore Francesco Greco della Procura di Napoli Nord. L'esecuzione del provvedimento di custodia cautelare scaturisce dalle investigazioni avvenute contestualmente all'indagine sulla morte della piccola Fortuna Loffredo, la bimba di sei anni precipitata dal balcone dell'isolato 3 delle palazzine del Parco Verde nel giugno 2014. Lo stesso stabile in cui vive la donna arrestata oggi. Da quanto apprende la redazione di Fanpage.it, la 38enne sarebbe la moglie dell'uomo che soccorse per primo la bimba, a sua volta arrestato il 23 dicembre scorso per abusi sessuali sulla figlia 12enne (video). Le intercettazioni delle microspie piazzate nel palazzo nell'ambito dell'indagine per omicidio sul caso di Fortuna, registrarono le prove di una violenza sessuale perpetrata dall'uomo ai danni della figlia. Tuttavia, come specifica la Procura di Napoli Nord, l'arresto di oggi "non presenta alcun profilo di connessione, se non occasionale, con la vicenda della morte della piccola Fortuna".
Il caso di Fortuna Loffredo
Gli esami medico legali effettuati sul corpicino della piccola Fortuna, e predisposti dal pm Federico Bisceglia, morto lo scorso marzo in un tragico incidente stradale sulla Salerno-Reggio Calabria, avevano accertato che la bimba era stata vittima di abusi ripetuti nelle settimane precedenti la morte. Le investigazioni avevano poi condotto gli inquirenti ad accertare, mediante alcune intercettazioni ambientali, un altro episodio di abusi, quello riguardante la 12enne, all'interno dello stesso palazzo. Così Angelo Pisani, legale di Pietro Loffredo, padre di Fortuna: "Anche se non influisce direttamente sul caso della piccola Fortuna, l'arresto odierno contribuisce ad accendere i riflettori su un rione pericolosamente degradato, dove i comportamenti distorti rispetto ai bambini sono una prassi comune che coinvolge amici, conoscenti, parenti"."Se c'è una rete della pedofilia? Se per rete intendiamo amici, conoscenti, persone che frequentano abitualmente la casa e vi hanno accesso, allora sì"."Del resto – conclude Pisani – in quella realtà i bambini sono fin da subito oggetto di una particolare attenzione criminale".