Partorire al tempo del Covid: ‘Sotto la mascherina c’è l’inferno. Ma è la gioia più grande’
«Ho sempre fotografato la gioia degli altri, ma solo quando è nato mio figlio ho fotografato davvero l'amore, quello puro». Angelo Belvedere è uno dei fotografi da cerimonia più popolari d'Italia. Quando pronuncia questa frase è emozionato, incredulo, perché è da poco diventato padre di Michele. Un bimbo nato nel mezzo di una pandemia. Venire al mondo durante l'emergenza Covid – 19 non è certo semplice. I padri non possono entrare in sala operatoria, dove le future mamme sono sole, nel momento più bello e difficile della loro vita. «Una volta nato, però, dimentichi tutto», assicura Imma, sua moglie. Ma prima, il travaglio e il parto è solitario, con medici e ostetriche che diventano parte della famiglia e una mascherina che copre il volto, perché il virus è sempre in agguato.
«Quando è iniziata la pandemia io ero proprio agli sgoccioli della gravidanza. La prima paura era legata al fatto che avrei fatto nascere il mio primo figlio in un mondo che non mi aspettavo fosse così. Avevo paura anche di essere sola in quel momento». Attimi delicatissimi, che suo marito Angelo ha avuto la freddezza di immortalare «perché lei potesse ricordare». Non è certo semplice per un fotografo, seppur professionista, scattare foto come quelle realizzate da Angelo Belvedere. «Sono potuto entrare in camera, nella clinica privata, ma non in sala parto. Abbiamo avuto la fortuna di avere delle ostetriche e delle infermiere che sono state come delle sorelle, quindi mia moglie non è mai stata sola. È una gioia indescrivibile, ho avuto il sangue freddo di scattare delle foto soprattutto per mia moglie, perché lei potesse ricordare questi momenti. Fotografava il papà, non il professionista, ed era un mix di emozioni».
Paura, ansia, attesa. Ma soprattutto amore. Un parto è sempre un turbinio di emozioni, ma durante un'emergenza sanitaria, non è facile da gestire. «Non mi sono mai sentita sola, racconta Imma. Il dottore mi ha aiutato dicendomi che capiva che era difficile con la mascherina, ma di continuare a spingere. Ho avuto tanta forza anche grazie a loro. Sotto la mascherina c'era l'inferno più totale perché cerchi di respirare, ma non ho mai pensato di toglierla, perché bisogna proteggersi. Guardando le foto sembra impossibile quella situazione, però per me non lo è stata. Noi donne abbiamo una forza sovrannaturale, per questo diamo la vita. In questa situazione mi va di incoraggiare le altre future mamme. Saranno assistite da angeli, medici e ostetriche che hanno preso molto a cuore questa situazione. Una volta nato il bambino, l'attimo dopo, quando lo stringi tra le braccia, dimentichi tutto». Oggi che Michele è nato e il travaglio è alle spalle, quelle foto diventano fondamentali. In attesa che, un domani, anche lui possa essere così fortunato da fotografare l'amore più puro, seguendo le orme del suo papà.