Rissa per le elezioni: il Partito Democratico in Campania rischia di esplodere
È caos nel Partito Democratico in provincia di Napoli. Da Giugliano a Castellammare di Stabia, da Pomigliano d’Arco a Ercolano, il segretario provinciale Venanzio Carpentieri si trova davanti ad un partito in stato di implosione, tra guai giudiziari e faide interne per la spartizione delle poltrone. Un bel guaio per il sindaco di Melito, di cui più di un esponente dei democrat chiede la testa, pur senza uscire allo scoperto.
Le Amministrative di Giugliano, punta dell'iceberg
A Giugliano in Campania, terzo Comune più popoloso della Campania, che tra poche settimane uscirà da un lungo e doloroso commissariamento, l’ex braccio destro di Corrado Gabriele ed uomo di fiducia di Mario Casillo, Antonio Poziello, ha vinto le primarie, ma nelle scorse ore è stato rinviato a giudizio per una vicenda risalente al 2008, quando era dirigente dell’assessorato regionale al lavoro ed alla formazione. Visto che gli viene contestata l’associazione a delinquere e che il codice etico del Pd prevede l’incandidabilità per chi è accusato di reati associativi, Carpentieri ha sbarrato la strada a Poziello ed ha chiesto che si trovi un altro candidato, ricevendo gli strali dello stesso Poziello.
Il caso del Comune di Castellammare di Stabia
La vicenda di Giugliano si interseca con quella di Castellammare di Stabia, dove Poziello era assessore alle politiche sociali fino a qualche giorno fa, quando è stato defenestrato dal sindaco Nicola Cuomo e sostituito da un tecnico di alto profilo, l’ex presidente di Napoli Sociale Pasquale Orlando. Poziello, che pure si era visto poco a Castellammare negli ultimi mesi perché attratto dalle vicende giuglianesi, è rimasto vittima di una lotta interna tra il democratico Cuomo ed i democratici uomini di Mario Casillo, sempre più fulcro degli equilibri nel Pd campano. Con i casilliani contro, con un Comune in dissesto finanziario, la liquidazione delle Terme di Stabia, le strade stracolme di cumuli di spazzatura per la protesta dei lavoratori del comparto, Cuomo non ha potuto fare altro che gettare la spugna. Ha venti giorni per ripensarci, ma davanti a sé ha solo due alternative allo scioglimento: ricucire con i Casillo boys o pescare qualche consigliere nell’opposizione.
Rissa continua per il sindaco di Pomigliano d'Arco
Problemi enormi anche a Pomigliano d’Arco: a tutti i costi il partito locale ha voluto scegliere il candidato con le primarie ed ha vinto l’ex sindaco ed ex consigliere regionale Michele Caiazzo, ma solo con tre voti di scarto sul suo avversario. Davanti ad una situazione di così ampia spaccatura, Carpentieri ha chiesto di azzerare tutto, ottenendo il diniego netto di Caiazzo, al fianco del quale si è schierato pure il direttivo locale.
Il caso Bonajuto: che caos a Ercolano
I guai maggiori, però, sono ad Ercolano: le primarie in città si sono ridotte ad una barzelletta, visto che sono state spostate per cinque volte con le scuse più fantasiose. Alla fine sono saltate, non per motivi politici bensì giudiziari: avviso di garanzia per sindaco, vicesindaco, presidente del consiglio comunale, assessore ai lavori pubblici ed un paio di consiglieri all’interno di una indagine su una presunta gara truccata. Il sindaco Strazzullo ed il vicesindaco Cozzolino, che pure erano avversari alle primarie, hanno fatto un passo indietro a favore del segretario del circolo locale, Antonio Liberti, che oggi si presenta come il candidato della cordata degli indagati. Contro Liberti c’è Ciro Buonajuto, figlio di una vittima innocente di camorra, renziano di ferro, che sarebbe gradito dai vertici nazionali. Disponibilità a ritirarsi? Neppure a parlarne: né Liberti, i cui uomini hanno occupato la sezione del partito lo scorso fine settimana (già: gli uomini del segretario di partito occupano la sezione dello stesso partito…), né Buonajuto hanno la benché minima intenzione di farlo ed il provinciale non sa più che pesci prendere. D’altronde, come negli altri Comuni della Provincia. Per fortuna che in altre città importanti che vanno al voto, come Quarto e San Giorgio a Cremano le assemblee locali si sono espresse praticamente all’unanimità per i candidati sindaci Francesco Dinacci e Giorgio Zinno: due grattacapi in meno per un Carpentieri sempre più in crisi di ossigeno.