Casalnuovo burning. Sembra lontano chissà quanto, è a un tiro di schioppo da Napoli, a due passi dall'aeroporto internazionale di Capodichino dove oggi atterrando i turisti si sono guardati in torno: «What happens?» cosa succede? Succede che la Terra dei Fuochi è viva e lotta insieme (contro) noi. Al di là delle cause, che saranno accertate, c'è di vero che quanto successo oggi al campo rom di Casalnuovo dimostra chiaramente una cosa: l'area Nord di Napoli è una polveriera. Non ha mai smesso di esserlo: i roghi tossici sono in aumento, il maxi-incendio di oggi è di fatto un'onda di veleni che si stanno riversando su Napoli e la sua provincia.
Davvero qualcuno pensava che la Terra dei fuochi fosse risolta, solo perché non c'è più ammuina intorno alla vicenda? Tra i pochi è rimasto Maurizio Patriciello, il prete di Caivano, che continua la battaglia. Oggi è stato dal Presidente della Repubblica a ricordargli che il male è vivo e vegeto e non ci sono piani né rimozioni-lumaca di ecoballe spedite chissà dove a far del quadrilatero della morte un luogo lindo e pinto come mezzo secolo fa. Proprio oggi è stato chiesto, a fronte dei 200 militari impegnati contro i roghi tossici, un cospicuo rinforzo del contingente impegnato nelle province di Napoli e Caserta. Non bastano 48 pattuglie operanti per l'intera giornata che devono vigilare sulle aree a maggiore rischio di incendi di rifiuti abbandonati, c'è troppo su cui intervenire, troppo su cui vigilare, troppi pericoli si annidano: nel mondo in cui si cercano Pokémon, tra Giugliano, Caivano, Casalnuovo, Arzano e Villaricca, si trovano sacchetti d'amianto, balle di rifiuti tossici, fusti di scarichi industriali. Pensavate che la Terra dei Fuochi fosse risolta, solo perché non se ne parla più? Beh, vi sbagliavate. E di grosso.