Peppino di Capri e la Lega sono uniti da un filo a dir poco inconsueto che attraversa gli anni che va dalle risate ai selfie. Galeotta fu una battuta di Massimo Troisi che preconizzò tutto. Domenica In, correva l'anno 1990, c'era Pippo Baudo alla conduzione e Umberto Bossi era ancora il senatùr, leader di quella che si chiamava Lega Lombarda. Troisi in un suo travolgente scambio di battute travestito da intervista con Baudo raccontò una storiella esilarante. Spiegò di come Bossi non contasse più nulla fra i lùmbard. Motivo? I suoi fedelissimi gli avevano trovato a casa un 45 giri di Peppino di Capri con tanto di dedica: inaccettabile. Il gusto del racconto ironico e paradossale di Troisi, apprezzatissimo all'epoca, come sarebbe accolto oggi? Vallo a sapere.
Insomma, nel salotto del Pippo nazionale furono risate su risate. Mai qualcuno avrebbe ipotizzato che anni dopo, nel marzo 2017, l'interprete di "Luna Caprese" e "Champagne" si sarebbe volontariamente prodotto in una bella foto sorridente con l'altro leader leghista, quel Matteo Salvini che nel giro di pochi anni di governo (e presenza massiccia sui social network, che non esistevano negli anni Novanta) pare aver definitivamente fatto dimenticare l'uomo della secessione. "So che era mio fan e sono venuto a salutarlo, tutto qui", si giustificò il Peppino isolano dopo le proteste dei napoletani.