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Covid 19

Per il coronavirus torna il medico del colera: ‘Qui per aiutare Napoli, dire no è da vigliacchi’

Intervistato da Fanpage.it, Franco Faella, uno degli Infettivologi più esperti d’Italia e coordinatore del reparto Covid19 del Loreto Mare, ha spiegato cosa lo ha spinto a tornare in servizio dopo la pensione: “Rifiutare sarebbe stata una vigliaccata – ha detto – sono qui per affrontare questa malattia sconosciuta e per aiutare Napoli”.
A cura di Nico Falco
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Il reparto del Loreto Mare dedicato al Covid19 è quasi pronto. Mancano, si potrebbe dire, le ultime rifiniture: già da domani, 18 marzo, potrebbe accogliere il primo paziente. Per la direzione, l'Asl ha deciso di affidarsi a uno degli infettivologi più esperti d'Italia: Franco Faella, che per decenni ha lavorato nell'ospedale Cotugno di Napoli. Era arrivato da tre anni quando, nel 1973, ci fu l'epidemia di colera: quella fu l'estate del panico, con 911 ricoveri in 10 giorni, e con un bilancio che si attestò sulle 24 vittime solo grazie all'enorme sforzo dei sanitari e alla vaccinazione di massa. Da allora la carriera di Faella è stata sempre in prima linea contro le malattie infettive, dall'Aids alla Sars. Fino al 2015, quando ha dismesso il camice per andare in pensione da direttore del Dipartimento Infettivologico del Cotugno. E ora ha dovuto riprenderlo, per tornare in trincea.

"Ci sono tre aspetti che ho considerato e che mi hanno portato ad accettare questo incarico – spiega Franco Faella a Fanpage.it, sorridendo – il primo è quello del punto di vista umano: rifiutare mi sembrava una vigliaccata. Poi c'è quello da infettivologo: non avrei rinunciato a una esperienza con una malattia infettiva che fino ad ora non si era mai vista. In terzo luogo, da napoletano, per me rifiutare avrebbe significato non voler aiutare la mia città. E quindi eccomi qui, nonostante i miei 74 anni".

Nel Loreto Mare, Faella dovrà dirigere un nuovo reparto pensato appositamente per i pazienti affetti da Covid19. "I lavori sono praticamente terminati, oggi ci sono state le ultime consegne – spiega il medico – da domani mattina (18 marzo, ndr) possiamo già pensare di accogliere il primo paziente. Il personale è attrezzato e nel reparto ci sono tutte le apparecchiature nuove". Nel reparto ci saranno 10 posti di terapia intensiva, 20 di sub intensiva e 40 di normale degenza infettivologica.

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