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Perquisizioni in carcere, trovati 5 cellulari: erano nascosti nei citofoni delle celle

Cinque telefonini sono stati trovati dalla Polizia Penitenziaria del carcere di Carinola durante l’ispezione in alcune celle del reparto di recente ristrutturato. I dispositivi erano nascosti nei vani dei citofoni che i detenuti usano per comunicare con gli agenti. Nello stesso carcere altri 2 dispositivi erano stati trovati a gennaio.
A cura di Nico Falco
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[Foto di repertorio]
[Foto di repertorio]

Erano nascosti nei citofoni del reparto vecchio ristrutturato, li avevano infilati nel vano del citofono che viene usato per comunicare coi poliziotti dall'interno della cella. Cinque telefonini, introdotti illegalmente e usati dai detenuti, sono stati recuperati all'interno del carcere di Carinola, in provincia di Caserta, con una operazione di Polizia Giudiziaria che ha portato a una serie di perquisizioni. Gli apparecchi sono del tipo già ritrovato in passato anche in altri istituti di pena: costano molto poco, anche meno di 20 euro, sono facili da trasportare e occupano pochissimo spazio: 7 centimetri di altezza, 2 di spessore, 1 di profondità e pesano appena 18 grammi. Alcuni dei modelli in commercio, leggermente più grandi, sono dotati anche di commutatori vocali che permettono di mascherare la voce durante le conversazioni.

Nel carcere di Carinola erano stati trovati altri 2 cellulari agli inizi di gennaio scorso. I 5 telefoni trovati a Carinola erano stati occultati nei citofoni installati all'interno delle celle; sono stati sequestrati e messi a disposizione dell'Autorità Giudiziaria per le indagini. “La Casa di Reclusione di Carinola negli ultimi tempi ha vissuto diversi cambiamenti – spiega Emilio Fattorello, segretario nazionale del sindacato SAPPE – è passata da Colonia Agricola a Istituto per Custodia attenuata fino a divenire Casa di Reclusione per detenuti definitivi ed è stato realizzato un nuovo padiglione con 200 posti letto. Oggi in questa struttura ci sono 450 detenuti con Media Sicurezza e altri in Area Riservata con particolari modalità di sorveglianza. I tagli della Legge Madia hanno drasticamente ridotto la pianta organica, le esigenze operative non possono essere soddisfatte dalle circa 160 unità presenti”.

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