Pesce fresco di origine sconosciuta, sequestrati 61 chili in diverse attività di Salerno
Niente tracciabilità, e maxi-sequestro di pesce fresco a Salerno: i carabinieri del Reparto Tutela Agroalimentare (R.A.C.) del capoluogo della valle dell'Irno hanno controllato ben otto ditte che si occupano della grande distribuzione organizzata nonché del commercio al dettaglio e all'ingrosso di prodotti alimentari, ed in particolare di prodotti ittici. Proprio da questi controlli sono emerse le violazioni per quanto riguarda la tracciabilità dei prodotti alimentari, senza la quale non è possibile metterli in vendita.
Complessivamente, sono stati sequestrati ben 61 chili di pesce fresco, pronto ad essere venduto ad ignari consumatori. Dall'inizio della pandemia da coronavirus, hanno fatto sapere i militari dell'arma, sono state monitorate ben 86 aziende che si occupano di distribuzione alimentare, per verificare casi di aumenti dei prezzi considerati pretestuosi ma anche per combattere i casi di frodi sulla qualità stessa dei prodotti che vengono messi in vendita. Fortunatamente, sia i prezzi che la qualità dei prodotti delle aziende ispezionati non hanno destato particolari preoccupazioni, eccezion fatta per i casi come quello delle ultime otto attività colpite, dove invece a mancare erano i documenti relativi alla tracciabilità del prodotto stesso. Nelle scorse settimane, controlli del genere sono avvenuti un po' in tutta la Campania, con particolare attenzione proprio ai prodotti alimentari più comuni e diffusi in regione, che sono anche quelli più venduti e dunque, potenzialmente, più pericolosi se tenuti in cattivo stato di conservazione o in assenza di documentazioni specifiche che ne comprovino le origini.