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Pestato a sangue per un cellulare in via Brin da 3 rapinatori

A raccontare della violenza, su Facebook, è un’amica dell’uomo pestato a sangue questa notte, per un cellulare e pochi soldi contenuti nel portafoglio. Per la vittima dell’aggressione naso rotto, lividi in faccia e frattura sull’orbita dell’occhio.
A cura di Valerio Papadia
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Notte di violenza, e soprattutto di paura, per Antonio Prisco, 35 anni, vittima di un violentissimo pestaggio in via Brin, a due passi da via Marina, lì dove c'è il grande parcheggio d'interscambio della zona Orientale, da parte di tre individui che si sono accaniti su di lui, sferrandogli calci e pugni sul volto e provocandogli la frattura nella parte sub orbitale dell'occhio destro, del naso e delle nocche; e tutto per portargli via il cellulare e il portafogli.

A dare sfogo ai pensieri di Antonio, postando anche una foto delle condizioni in cui è stato ridotto, è una sua amica, da cui l'uomo era stato a cena pochi istanti prima e che stava parlando al telefono con lui quando è avvenuto il pestaggio, che su Facebook racconta quanto accaduto questa notte:

Fuori è l'alba ma la notte che l'ha preceduta è stata insonne e piena di paura. Antonio mi ha chiesto da un letto di ospedale di essere la sua voce e raccontare ciò che gli è successo poco dopo mezzanotte, mentre tornava a casa a piedi da una cena a casa mia, nello studentato di via Brin, verso piazza Nazionale. Mentre camminava ed era al telefono con me, è stato brutalmente aggredito da tre malviventi, che l'hanno derubato di cellulare e portafogli tempestandolo di calci sul viso e botte. Ne è nata una colluttazione, di cui ancora ho nelle orecchie la ferocia mentre la ascoltavo urlando impotente. Ha provato a difendersi, rimediando una frattura nella parte sub orbitale dell'occhio, il naso rotto, le nocche rotte e tanta, tanta rabbia. Tanta rabbia nei confronti dei delinquenti che rendono oscure le strade di questa città, che chiunque lo conosca sa che ama visceralmente, tanta rabbia per le piccole libertà negate come quella di rincasare, tanta rabbia per il non arrendersi a dover convivere con il timore e allo stesso tempo per il non sentirsi al sicuro. Adesso è ricoverato all'Ospedale dei Pellegrini, ha fatto una tac e domani farà altre visite di controllo. Le botte che fanno più male di quelle fisiche sono quelle alla fiducia nell'essere umano. "Ma sono vivo e sorrido", mi dice, agguerrito più che mai a non dargliela vinta e a combattere ogni tipo di criminalità e ingiustizia. #SoloPerPassione, che brucia più forte di tutte le ferite.

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