Napoli, cosa è successo in piazza Bellini tra polizia e ragazzi: 3 arrestati, agenti contusi
In piazza Bellini, cuore della movida di Napoli al centro storico, domenica 14 giugno un violento alterco tra un gruppo di giovani e gli agenti di una pattuglia di Polizia in zona per controlli ha portato all'arresto di 3 giovani, portati prima nella caserma Raniero e poi tradotti nel carcere di Poggioreale in stato d'arresto. La vicenda ha determinato una fortissima tensione sociale, con una plateale e pubblica contestazione degli agenti. Ci sono video e testimonianze che divergono l'una dall'altra. Le spiegazioni delle due parti sono totalmente inconciliabili: gli agenti denunciano di essere stati accerchiati, insultati e minacciati durante un servizio di controllo del territorio; i giovani – una parte dei quali è elemento apicale dei centri sociali Mezzocannone Occupato e Insurgencia – raccontano di tensione deliberatamente provocata dagli agenti, di abuso di potere e azione di forza.
Il fatto avviene all'interno di un quadro di divieti e prescrizioni ancora validi a Napoli dal lockdown per il Coronavirus. Dalle ore 22, in Campania, è infatti vietato acquistare alcolici da asporto. E vige ancora il divieto di assembramento e l'obbligo di mascherina anche nei luoghi aperti (quest'ultimo fino al 22 giugno). Le forze dell'ordine sono state compulsate ad effettuare controlli in strada che si aggiungono a quelli ordinari per la sicurezza durante il fine settimana, nelle piazze più popolate.
Ma veniamo al caso specifico: le versioni, come detto, divergono diamentralmente: è impossibile trovare un comune denominatore, soprattutto per la dinamica della fase iniziale. I filmati amatoriali che girano sul web si riferiscono alla sola fase finale, cioè all'intervento massiccio della polizia, al successivo fermo dei 3 giovani e all'opposizione di alcuni loro conoscenti e amici che si parano davanti alle volanti, arrivate in numero massiccio (8-10 auto a sirene spiegate, più una pantera dei carabinieri e alla pattuglia dell'Esercito che stanzia in piazza).
Cosa è successo prima dello scontro? La polizia, in una nota ufficiale diffusa domenica sera dal questore Alessandro Giuliano descrive così i fatti:
Durante un servizio di controllo del territorio nelle zone della "movida", operatori della Polizia di Stato, nell'identificare alcune persone in piazza Bellini, sono stati insultati, accerchiati e minacciati da numerose persone. Gli agenti hanno riportato contusioni e le stesse auto di servizio sono state danneggiate.
Il questore di Napoli ha difeso apertamente l'operato dei poliziotti: «Gli operatori delle Volanti hanno gestito la situazione con equilibrio, a fronte di un inaccettabile comportamento aggressivo e minaccioso di decine di persone. Verrano svolte indagini per individuare i responsabili di queste condotte». Anche il prefetto di Napoli Marco Valentini ha difeso gli agenti dalle aggressioni.
Di segno opposto la ricostruzione dei ragazzi. Il centro sociale occupato ‘Insurgencia', che peraltro esprime in uno dei suoi attivisti principali un assessore comunale, Eleonora De Majo (Cultura) fa una ricostruzione di tutt'altro tipo:
Smentiamo categoricamente gli insulti, le minacce, l'accerchiamento e le aggressioni di cui parla il comunicato della questura. Ad aver provocato la tensione, ad aver aggredito e generato la reazione della piazza composta da ragazzi comuni sono stati gli agenti con spintoni, violenze fisiche ed intimidazioni. Otto volanti della polizia, una macchina dei carabinieri, una camionetta dell'Esercito hanno trasformato piazza Bellini in uno scenario di guerra, mettendo in pericolo la stessa cittadinanza, così come si evince da tutti i video pubblicati. Atti gravissimi che hanno portato alcuni cittadini finanche a gettarsi contro una volante pur di ostacolare i soprusi messi in atto ed i conseguenti fermi.
Sostanzialmente i tre sarebbero stati individuati mentre bevevano una birra all'aperto, gli sarebbe stato chiesto di esibire i documenti e da lì le versioni divergono: i poliziotti parlano di insulti e accerchiamento, i giovani di violenza ingiustificata e intimidazioni. A quanto apprende Fanpage.it oltre i video amatoriali diffusi su Facebook, saranno acquisiti dalla magistratura anche i filmati della videosorveglianza attiva in piazza Bellini.
Nella notte via Facebook esponenti di un altro centro sociale, Mezzocannone Occupato, subito dopo il fermo dei tre coinvolti, hanno chiamato a raccolta gli attivisti per recarsi in via Bernardo Tanucci per un presidio davanti la caserma della Polizia "Raniero" (tristemente nota a chi conosce i fatti di cronaca napoletani: lì si consumarono le violenze delle forze dell'ordine nel 2001 dopo il ‘Global Forum', anticipatrici di quanto poi accaduto al G8 di Genova nel luglio dello stesso anno).
Questo è quanto scrive Mezzocannone:
I tre ragazzi fermati stasera a Piazza Bellini sono stati trasferiti nel carcere di Poggioreale, in attesa della convalida dell'arresto. Quanto accaduto stasera al centro storico di Napoli ci racconta ancora una volta di un episodio di violenza ingiustificata da parte delle forze dell'ordine, a farne le spese sono stati tre giovani ragazzi che non avevano colpa alcuna se non quella di stare bevendo una birra in una piazza della loro città.
Poco dopo le 14 di lunedì 15 giugno, la questura di Napoli, ha reso noti gli ulteriori elementi e una dinamica più dettagliata:
Ieri sera un equipaggio dell’Ufficio Prevenzione Generale, durante il servizio di controllo del territorio nelle zone della "movida", transitando in piazza Bellini è stato bersaglio di parole ingiuriose pronunciate da una persona che le ha ripetute al successivo passaggio della volante. Gli agenti hanno così deciso di identificare l’uomo che si è rifiutato di dichiarare le proprie generalità e ha continuato ad offendere gli operatori e ad urlare per attirare l’attenzione delle altre persone presenti.
Via Medina ha reso noti i nomi degli ammanettati: Pietro Spaccaforno, 39 anni, Fabiano Langella, 27 anni e Diego Marmora, 40 anni. Tutti e tre sono noti attivisti di Insurgencia e Mezzocannone Occupato, protagonisti di numerose vicende di piazza, iniziative e anche scontri, come testimoniano i loro precedenti di polizia. I tre sono arrestati con le ipotesi d'accusa di minaccia, lesioni, resistenza e danneggiamento aggravato nonché denunciati per oltraggio a Pubblico Ufficiale e rifiuto di fornire le proprie generalità.
La ricostruzione della questura di Napoli parla di «insulti all'indirizzo dei poliziotti» di cui i tre avrebbero «ostacolato l’operato»:
In quei frangenti sono sopraggiunte altre pattuglie che, dopo vani tentativi di riportare la calma, sono state insultate, accerchiate e minacciate anche da numerose persone presenti. Un funzionario di polizia e altri 11 operatori hanno riportato contusioni e traumi con prognosi da 3 a 17 giorni mentre 5 volanti sono state danneggiate.
Nella serata del 15 giugno i tre uomini sono usciti da Poggioreale, poiché sottoposti alla misura degli arresti domiciliari in attesa dell'udienza di convalida degli arresti. Un corteo di protesta degli attivisti ha avuto luogo in serata, da piazza Bellini a via Medina, davanti la sede della Questura di Napoli, tra i presenti anche alcuni esponenti della giunta comunale di Napoli guidata da Luigi De Magistris.
La vicenda cade in un periodo delicatissimo – la lenta riapertura delle attività commerciali rimaste ferme per 3 mesi causa Covid19 e una imminente campagna elettorale per le Elezioni Regionali in Campania – e rischia di accelerare le inevitabili tensioni elettorali tra parti avverse e generare cortei e mobilitazioni in città anche sulla scorta delle campagne internazionali, partite dagli Usa, contro la brutalità delle forze di polizia.
(articolo aggiornato il 16 giugno ore 10.10)