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Piazza del Plebiscito insicura e non controllata di notte: lo dimostra lo striscione degli ultras

Nella notte tra il 27 e il 28 aprile scorso un lungo striscione era stato sistemato in piazza del Plebiscito per contestare il Calcio Napoli. Un episodio che non costituisce reato, ma che svela le falle di sicurezza dell’area: nessuno ha controllato i contestatori; dalle telecamere di videosorveglianza sarebbero arrivati scarsi elementi. Motivo: non coprono tutte le zone e sono poco efficaci al buio.
A cura di Nico Falco
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Le indagini sono in corso, ma gli investigatori hanno in mano poche registrazioni e di scarsa qualità: il mandante è abbastanza chiaro, ma quando verrà identificato probabilmente non avverrà grazie soltanto all'apparato di sorveglianza. Perché, in piazza del Plebiscito, nel pieno centro della città, esiste un problema sicurezza ed è anche grave. Malgrado la posizione centrale, e nonostante sia racchiusa tra Palazzo Salerno, sede dell'Esercito, la sede della Prefettura e Palazzo Reale, piazza del Plebiscito non è così protetta e sorvegliata come si potrebbe pensare e come la rilevanza del luogo imporrebbe. La prova arriva proprio con lo striscione che è stato sistemato nei giorni scorsi presumibilmente da qualche gruppo ultras come contestazione alla società Calcio Napoli e che è comparso anche in via Marina nella stessa notte, tra il 27 e il 28 aprile scorso. Un episodio che rientra nella critica, seppur clamorosa, ma che, va sottolineato, non costituisce reato: si è trattato in fin dei conti di una contestazione come se ne sono registrate a decine negli anni.

Lo striscione degli ultras in piazza Plebiscito

Il fatto che sia stata messa in atto in piazza del Plebiscito, però, fa nascere degli interrogativi non da poco. Immaginiamo la scena: i contestatori, sicuramente più di una persona, arrivano in piazza portandosi dietro lo striscione arrotolato; lo aprono, lo stendono, lo fissano davanti alle scalinate, per tutta la lunghezza dei porticati. Un lavoro che di sicuro ha richiesto un po' di tempo, senza che nessuno intervenisse per fermarli o, perlomeno, per accertarsi che non stessero facendo nulla di illegale. E poi vanno via, lasciando lì il manifesto del loro dissenso contro Aurelio de Laurentiis.

Lo striscione è stato scoperto e rimosso solo più tardi, è rimasto il tempo sufficiente per essere visto. Le indagini sono affidate ai poliziotti della Digos, guidata dal primo dirigente Francesco Licheri, che ben conoscono le frange di tifosi più "vivaci" e sono a buon punto per dare un nome ai contestatori. Indagini più che altro di "vecchio stampo", perché dalle telecamere installate in piazza sarebbe stato ricavato ben poco materiale: non tutte le aree sono coperte e la qualità dei video non sarebbe delle migliori. E qui si torna al problema sicurezza: questa volta si è trattato di un episodio tutto sommato innocuo, ma a Napoli, di notte, è possibile arrivare nella piazza simbolo della città, percorsa ogni giorno da migliaia di persone, davanti alla Prefettura, armeggiare davanti ai porticati e tornarsene a casa indisturbati.

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Giornalista professionista dal 2011, redattore di cronaca nera per Fanpage.it dal 2019. Precedentemente ho lavorato per i quotidiani Cronache di Napoli, Corriere del Mezzogiorno e Il Mattino.
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