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Piccoli e facili da nascondere: troppi microcellulari introdotti nelle carceri in Campania

Sei microcellulari sono stati rinvenuti nel carcere di Bellizzi Irpino, nella provincia di Avellino. I telefoni sono stati trovati dagli agenti della Polizia Penitenziaria durante una perquisizione straordinaria nelle celle: erano stati occultati tra gli indumenti dei carcerati. Notizie del genere, ormai, sono all’ordine del giorno.
A cura di Valerio Papadia
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Immagine di repertorio
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L'introduzione di cellulari, soprattutto quelli piccolissimi, proibita dalla legge, è una piaga che affligge le carceri italiane e che le autorità cercano in tutti i modi di sanare. Altri sei microcellulari sono stati rinvenuti nel carcere di Bellizzi Irpino, nella provincia di Avellino, nel corso di una ispezione straordinaria eseguita dagli agenti della Polizia Penitenziaria. I cellulari erano stati occultati tra gli indumenti, come rende noto l'Osapp, sindacato di Polizia Penitenziaria. "La polizia penitenziaria ancora una volta ha dimostrato alta professionalità e senso del dovere nell'espletare questo delicato compito, che richiede massima attenzione" ha dichiarato Vincenzo Palmieri, segretario regionale dell'Osapp Campania.

"Come sindacato – conclude Palmieri – faremo l'impossibile per stare al fianco dei colleghi e per contribuire a migliorare il sistema lavorativo nell'interesse di tutti, sollecitando i vertici dell'Amministrazione Centrale e Regionale a porre in essere una maggior attenzione anche attraverso strumenti tecnologici e un rafforzamento dell'attuale pianta organica per potenziare controlli ai fini della sicurezza".

Notizie del genere, ormai, sono all'ordine del giorno. I microcellulari sono troppo facili da nascondere, come dichiara anche Palmieri: "Si tratta di strumenti tecnologici di piccole dimensioni, di facile introduzione e occultamento, non consentiti dalla legge e dal regolamento, che consentono ai detenuti contatti con l'esterno non solo per chiamare i familiari o congiunti, ma anche per commissariare altri reati oltre che a compromettere l'incolumità delle persone, turbare l'ordine e pregiudicare la sicurezza".

Soltanto ieri, nel carcere minorile di Airola, nella provincia di Benevento, un detenuto è riuscito ad introdurre un microcellulare nascondendolo nell'ano. Qualche giorno fa, invece, nel carcere di Carinola, nella provincia di Caserta, il prete che si era recato nella casa circondariale per celebrare la messa è stato bloccato con nove cellulari addosso.

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