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Pimonte, sindaco definì stupro “bambinata”: ora ordina 3 giorni di eventi e dimentica la vittima

Tre giornate di eventi contro la violenza sulle donne ma nessun riferimento alla quindicenne stuprata dal branco e costretta a lasciare il paese. All’epoca il sindacò definì il fatto “una bambinata”.
A cura di Giuseppe Cozzolino
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Tutto pronto a Pimonte per una tre giorni dedicata ad eventi contro la violenza sulle donne. Ma a tenere banco è il sindaco Michele Palummo: il primo cittadino di Pimonte finito agli onori della cronaca tempo da per aver definito lo stupro di una sua concittadina quindicenne "una bambinata". La giovane, "bollata" col marchio dell'infamia dal paese fu costretta a lasciare i Monti Lattari assieme alla famiglia.

Quest'oggi Palummo ha annunciato la tre giorni di eventi contro la violenza sulle donne, ma non ha fatto alcun riferimento alla giovane vittima. "Il nostro è un secco no alla violenza sulle donne ed alla violenza in genere", ha spiegato in una nota stampa, "Il nostro è un costante e quotidiano impegno contro la violenza e il Comune deve essere un baluardo di legalità e un punto di riferimento per le famiglie che ne chiedano l'aiuto". Nessun riferimento dunque alla quindicenne, stuprata da un branco di undici minorenni, tra cui il fidanzatino, nel frattempo scarcerati e avviati a programmi di rieducazione e reinserimento nella società. Fu proprio a causa del mancato aiuto, anche dalle istituzioni, che la famiglia decise di lasciare Pimonte.

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