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Ai commercianti chiedevano la “Ires di Camorra”. Arrestati 5 membri del clan Mazzarella

In manette cinque affiliati del clan Mazzarella di Napoli, tra cui Vincenzo Mazzarella, detto “Harry Potter”, a capo del clan. I cinque destinatari del provvedimento di cattura sono accusati di aver taglieggiato i commercianti della zona che va da Mercato alle Case Nuove imponendo una “Ires della Camorra”, una percentuale sui profitti. I proventi, spiegavano ai negozianti, sarebbero stati devoluti “ai carcerati”.
A cura di An. Mar.
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Estorcevano  ai commercianti della zona, dietro la minaccia di violenza e rappresaglie, una vera e propria percentuale sui profitti d'impresa, una "Ires di camorra" come l'hanno definita gli investigatori che, dietro mandato del gip di Napoli Isabella Iaselli, hanno messo a segno l'arresto di cinque persone accusate a vario titolo di di associazione mafiosa, estorsione e spaccio di stupefacenti. Secondo quanto accertato dalle indagini dei finanzieri del Gruppo di Fiumicino i cinque indagati, appartenenti al clan Mazzarella, vendevano droga ed estorcevano denaro a rivenditori all'ingrosso e al minuto di cd e dvd riprodotti illecitamente, facendosi pagare somme variabili dai 250 ai 2.500 euro ogni mese, rimarcando ai negozianti che parte del ricavato sarebbe andato ai "carcerati". Il provvedimento è stato disposto dal gip , su richiesta dei magistrati della Direzione Distrettuale Antimafia partenopea, Catello Maresca e Francesco De Falco.

Tra gli arrestati c'è anche Vincenzo Mazzarella, detto "Harry Potter", 32 anni, figlio del defunto Salvatore Mazzarella detto "‘O cuntrario", a capo da tempo, insieme ai fratelli Ciro e Vincenzo, del clan Mazzarella, storico sodalizio operante nella zona della Maddalena, di Mercato, delle Case Nuove e di via Soprammuro di Napoli. La cosca deteneva sul territorio il controllo del traffico di droga,  del commercio di armi e del mercato della contraffazione e della pirateria audiovisiva. Gli inquirenti hanno accertato che esponenti del gruppo camorristico avevano pronta disponibilità di armi, tra le quali una pistola calibro 9 con matricola abrasa e due pistole mitragliatrici. I cinque affiliati avevano ruoli di spicco all'interno dell'organizzazione criminale e avevano preso parte ai vari gruppi di fuoco organizzati per affermare l'egemonia sul territorio in opposizione agli altri clan.

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