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Poggiomarino: uccisero cognato del boss per vendetta trasversale, arrestati i sicari

Pasqualino Garofalo e Carmine Izzo sono stati raggiunti da una ordinanza di custodia cautelare per l’omicidio di Francesco Marano, avvenuto il 2001 a Poggiomarino: secondo le indagini l’agguato era stato decretato per favorire il clan guidato da Garofalo e per punire il capoclan rivale Galasso, cognato, di Marano, che era diventato collaboratore di giustizia e con le sue dichiarazioni aveva coinvolto Galasso e suo fratello Ciro. La vittima aveva rifiutato il piano di protezione.
A cura di Nico Falco
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[Immagine di repertorio]
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Fortunato Marano fu ucciso per una vendetta trasversale, decisa dal capoclan Garofalo per prendere il potere su Poggiomarino e per punire Galasso per la scelta di collaborare con la giustizia. L’omicidio è datato 29 dicembre 2001. La mattina dell’omicidio Marano, sulla sua Audi A2, era andato al mercato di Poggiomarino per fare compere; i killer lo tenevano d’occhio, avevano aspettato che tornasse in macchina per far scattare l’agguato. Un colpo da fuoco in pieno viso a distanza ravvicinata, che non gli aveva lasciato scampo. I carabinieri del Nucleo Investigativo di Torre Annunziata hanno dato esecuzione ad una ordinanza di custodia cautelare del gip di Napoli, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, per Pasqualino Garofalo, 58enne di Eboli, e Carmine Izzo, 47enne di Boscoreale, entrambi già detenuti: sono ritenuti mandanti ed esecutori di quell’agguato di 18 anni fa.

Le indagini sono state effettuate con il supporto di collaboratori di giustizia che, all’epoca, avevano partecipato alla preparazione dell’omicidio. La morte di Marano, hanno accertato gli investigatori, era stata pianificata da Garofalo, capo dell’omonimo clan di Poggiomarino, con un duplice obiettivo: da un lato l’intenzione di affermarsi sul Comune come gruppo criminale egemone, dall’altro punire le dichiarazioni rilasciate ai magistrati dal capoclan Pasquale Galasso che, da collaboratore di giustizia, aveva coinvolto anche Garofalo e suo fratello Ciro. Fortunato Marano, cognato di Galasso, aveva rifiutato il piano di protezione e non aveva voluto lasciare Poggiomarino.

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