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Politici, dipendenti pubblici, imprenditori, tecnici: i ‘colletti bianchi’ agli arresti

Tra i nomi eccellenti quelli del presidente della Fondazione Banco di Napoli, Daniele Marrama e dell’ex direttore dell’Ente Mostra d’Oltremare, Paolo Stabile.
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Una fitta rete di rapporti tra politici, pubblici dipendenti, imprenditori e tecnici: è quanto emerge dall’indagine della DDA di Napoli che ha portato a misure cautelari a danno di 77 persone tra Napoli e Caserta. Dall’ordinanza della magistratura esce fuori un quadro inquietante, dove i fondi europei e regionali venivano pilotati, finendo a questo o a quel Comune a seconda dei vantaggi che ne potevano trarre i politici di turno. Ad operare, in molti casi, aziende in odore di camorra, legate al clan Zagaria, che vincevano le gare di appalto ed effettuavano i lavori, intascando i compensi.

Al vertice di questa piramide, la politica. In primis l’ex assessore regionale della giunta Caldoro, il nolano Pasquale Sommese, che, avendo la delega di beni culturali, riusciva ad indirizzare i fondi nel modo che riteneva più opportuno, secondo quanto emerge dai documenti della Procura. Su Caserta, sempre secondo la ricostruzione dei magistrati, il ras era Angelo Consoli, consigliere regionale dell’Udc fino al 2015, legatissimo a Sommese. Entrambi sono attualmente detenuti a Poggioreale con diversi capi di imputazione, tra cui la turbata libertà degli incanti.

Tra i nomi eccellenti dell’inchiesta spiccano anche quelli di Daniele Marrama, professore universitario e presidente della Fondazione Banco di Napoli e quello di Paolo Stabile, già direttore dell’Ente Mostra d’Oltremare, che avrebbe accettato una mazzetta da trentamila euro in cambio della vittoria di una ditta legata a Sommese nella gara per la costruzione di due nuovi padiglioni della mostra. In carcere anche l’ex sindaco di Pompei Claudio D’Alessio, sommesiano di ferro, che avrebbe avuto un ruolo indebito nell’affidamento dell’appalto per l’impianto di cremazione adiacente al cimitero della città degli scavi.

Cervello di buona parte delle operazioni illecita sarebbe Guglielmo La Regina, titolare della Archicons srl, che si sarebbe occupata della progettazione di buona parte delle opere finanziate, ubicate in diversi Comuni delle province di Napoli e Caserta. La Regina, insieme ad alcuni collaboratori, è accusato di aver offerto o consegnato somme di denaro a membri delle commissioni di gara per indirizzare, in un verso o in un altro, gli affidamenti. Stesse accuse anche per Mario Martinelli, considerato “figura imprenditoriale di riferimento” del clan dei casalesi e titolare della MM Arch srl.

Tra gli appalti sotto inchiesta la ristrutturazione della casa dello studente di Aversa, dove sarebbe stato corrotto Claudio Borrelli, direttore dell’Adisu, i lavori alla rete idrica di Casapulla, il restauro della torre civica di Cerreto Sannita (per il quale Sommese ed il nipote avrebbero intascato una tangente da 50mila euro), la ristrutturazione dell’istituto scolastico Medi di Cicciano e molti altri.

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