Poliziotto aggredito e picchiato sul lungomare di Napoli: presi i responsabili
Sono giunte ad una conclusione le indagini delle autorità competenti dopo la brutale aggressione avvenuta lo scorso giugno sul Lungomare di Napoli: la vittima, un poliziotto libero dal servizio, fu violentemente aggredito e rapinato dell'orologio che portava al polso, dopo una lite per motivi di viabilità avvenuta all'altezza degli chalet del Lungomare Caracciolo. Il tutto davanti alla moglie ed i due figli minori, presenti in auto con lui al momento dell'aggressione.
Stamattina la Squadra Mobile di Napoli ha eseguito una raffica di arresti nei riguardi di otto persone, due delle quali sono finite in carcere, mentre per le altre sono scattate le misure dei domiciliari. Fondamentali le telecamere presenti in zona e le numerose testimonianze raccolte: inoltre, gli inquirenti sono riusciti ad identificare i componenti del gruppo anche grazie alla denuncia che uno di essi aveva fatto per provare a "tutelarsi" dalle accuse.
I nomi degli arrestati. A finire in carcere sono stati Maurizio Pomo, 43 anni e considerato dagli inquirenti il leader del gruppo, e Donato Belardo, 22 anni: sarebbe stato quest'ultimo a colpire con il casco ripetutamente il poliziotto per poi rubargli l'orologio. Agli arresti domiciliari si trovano Davide Savarese, 23 anni; Roberto Gervasio, 22 anni; Giovanni Raimondo Tubelli, 24 anni; Giuseppe Pomo, 23 anni; Concetta Madonna, 42 anni; e Monica Amato, 29 anni. Quest'ultima è la nipote di Pietro Amato, fratello di Cesare e considerato a capo degli Scissionisti di Scampia. Proprio lei, assieme ad un'altra donna del branco avrebbe incitato il gruppo contro la vittima, al grido di "E' una guardia, uccidetelo".