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Poliziotto morto, i giudici: “Rapinatori hanno lanciato ruota di scorta contro la volante”

Durante l’udienza di convalida i quattro indagati hanno ricostruito la folle notte che ha portato alla morte dell’agente scelto Pasquale Apicella, dal primo tentato furto a Casoria a quello pochi minuti dopo a Napoli, con la successiva fuga e l’inseguimento della Polizia. Il gip ha disposto la custodia in carcere per tutti.
A cura di Nico Falco
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L'idea era arrivata nel cuore della notte. Erano le 3.30 del 27 aprile quando i rapinatori, mentre parlavano tra loro, hanno deciso di andare a rubare un bancomat. Così hanno recuperato l'Audi A6 station wagon, un piede di porco, e sono partiti alla volta di Casoria. Comincia così il racconto di uno dei quattro, sentito dalla Squadra Mobile poco dopo lo schianto in cui è morto l'agente scelto Pasquale Apicella, epilogo di una notte in un cui gruppo di criminali ha tentato di derubare due banche e nella fuga ha causato l'incidente mortale in cui è morto un poliziotto di 37 anni padre di due bambini.

La spaccata alla Deutsche Bank di Casoria

Lo racconta Admir Hadzovic, che ripercorre le fasi di quella notte. A partire dal primo tentativo di furto, quello ai danni della Deutsche Bank, andato a monte perché è scattato l'allarme. Ammette di essere responsabile anche di altri furti di bancomat, di essere stato arrestato per questo e di essere tornato libero due anni fa. "Siamo arrivati in zona Casoria, ai confini di Casavatore. Lì Renato (Adzovic, ndr) è sceso dalla nostra auto ed ha rubato un'autovettura Fiat Punto bianca, ponendosi alla guida. Io, Fabricio (Hadzovic) e Igor (Adzovic) abbiamo trovato un'autovettura parcheggiata del tipo Kia Picanto. Abbiamo asportato la targa posteriore e l'abbiamo messa sulla nostra auto". Poi passa al racconto dell'assalto. "Con l'autovettura Audi A6 ci siamo fermati in prossimità di una banca, mentre Renato, che era a bordo della Punto, si è lanciato nella vetrata della banca, tentando poi di asportare un Atm, ma improvvisamente è scattato l'allarme e siamo scappati tutti e quattro a bordo dell'Audi, lasciando sul posto la Punto".

"Fabricio ha deciso di colpire la volante"

La banda si sposta quindi in via Abate Minichini, dove si trova la filiale della Credit Agricole. "Siamo scesi dall'Audi A6 io, Igor e Fabricio, che era alla guida, e siamo entrati all'interno della banca, dopo aver forzato la porta di ingresso con un cacciavite e il palo di ferro, mentre il nostro amico Renato è rimasto fuori, a fare da palo. Una volta dentro abbiamo prelevato un bancomat poggiato su una parete e lo abbiamo trascinato fuori".

A questo punto, però, arriva la polizia. La spaccata era stata già segnalata e le volanti erano alla ricerca dei criminali in fuga. Li intercetta la pattuglia del commissariato San Carlo Arena. E loro fuggono: tre nell'Audi, il quarto scappa a piedi. Secondo la ricostruzione degli inquirenti uno dei rapinatori ha lanciato, attraverso il portellone posteriore, una chiave inglese e la ruota di scorta contro un'altra volante che nel frattempo era arrivata in supporto alla prima.

"L'auto della Polizia ha tentato di bloccarci ponendosi di fianco, intimandoci di arrestare la marcia, ma Fabricio ha speronato l'auto, scappando. Abbiamo poi raggiunto la salita di via Calata Capodichino contromano e lì abbiamo incrociato un'altra volante della Polizia. Fabricio, con il tentativo di guadagnarsi la fuga, ha deciso di impattare frontalmente la volante. Ho udito un forte boato e, al momento, ricordo solo che sono stati prelevato nell'auto da personale della polizia e subito dopo un'ambulanza mi ha accompagnato in ospedale". Le dichiarazioni ricalcano quelle fornite da Fabricio Hadzovic, che però sostiene di non aver voluto colpire volontariamente la pattuglia e di avere cercato di evitarla frenando.

Il palo: "Igor mi ha detto dell'incidente"

Dello stesso tenore anche le dichiarazioni di Renato Adzovic, che ammette di avere rubato la Punto, di avere sfondato la vetrina della Deutsche Bank e di aver partecipato al secondo colpo come palo. "Mentre i miei amici cercavano di forzare il bancomat – dice – è scattato l'allarme della banca ed ho notato sopraggiungere una pattuglia della polizia. I miei complici sono saliti a bordo dell'Audi dandosi alla fuga. Preciso che alla guida si poneva Fabricio, mentre notavo che Igor e Admir prendevano posto sui sedili posteriori. Mi abbandonavano sul posto, per cui raggiungevo con l'autobus il campo nomadi".

Tornato a casa, Renato incontra nuovamente Igor, che gli racconta dell'incidente. "Mi riferiva – spiega – che si era verificato un grave incidente tra la nostra autovettura ed una macchina della polizia per cui Fabricio e Admir si erano fatti molto male mentre egli era riuscito a fuggire ed a raggiungere il campo". Poco dopo arrivano gli agenti e conducono entrambi in Questura per l'interrogatorio.

La banda ripresa dalle telecamere

La conferma alle ammissioni dei quattro è arrivata anche dalle telecamere di sorveglianza, grazie a cui gli investigatori hanno ricostruito il percorso della banda. L'Audi A6 alle 3:03 viene ripresa nel distributore di carburante indicato nelle testimonianze; alle 3:36 arriva nei pressi della Deutsche Bank di Casoria insieme alla Fiat Punto; alle 3:37 la Punto viene usata come ariete, sfonda la vetrata e subito dopo viene spostata per fare posto all'Audi. Dal posizionamento della Punto alla sostituzione con l'Audi passano appena 30 secondi.

Alle 3:38 i rapinatori stanno armeggiando intorno all'auto e due minuti dopo, alle 3:40, salgono nell'Audi e scappano. Poco meno di venti minuti dopo, alle 3:58, l'Audi viene ripresa nei pressi della Credit Agricole di via Abate Minichini e un minuto dopo si vedono tre persone che entrano nella banca.

Convalidati i fermi: restano in carcere

Durante gli interrogatori di convalida i quattro hanno confermato quanto in precedenza dichiarato, ma hanno negato di avere lanciato degli oggetti contro la volante durante l'inseguimento e hanno sostenuto che Fabricio Hadzovic non avrebbe colpito volontariamente la volante ma che avrebbe frenato e che, per evitare l'impatto, avrebbe cercato di superare lo spartitraffico centrale in cemento ma senza riuscirci.

Secondo il gip la colpa non è attribuibile soltanto al guidatore in quanto anche gli altri due hanno collaborato lanciato gli oggetti dalla vettura in fuga. I fermi sono stati convalidati, i quattro resteranno nel carcere di Poggioreale in attesa del processo in quanto, rileva il gip, "può ritenersi sussistente il concreto rischio che, in assenza di presidi cautelari, gli indagati, professionalmente ed irriducibilmente dediti alla perpetrazione di reati contro il patrimonio e gravemente insofferenti agli interventi delle forze dell'ordine, reiterino condotte dello stesso tipo per quelle per cui si procede".  Fabricio Handzovic, Amir Hadzovic e Igor Azdovic sono accusati di omicidio volontario in concorso per la morte dell'agente scelto Pasquale Apicella, mentre Renato Adzovic è accusato di favoreggiamento. Tutti rispondono inoltre di tentato furto e tentata rapina.

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