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Pomigliano, in casa decine di carte di identità contraffatte: usate per furti di identità

Un uomo di 36 anni di Pomigliano d’Arco (Napoli) è stato arrestato per possesso e produzione di documenti falsi: in casa aveva 36 carte di identità contraffatte, su molte di queste c’era la sua fotografia. L’indagine partita da Bolzano, dopo degli acquisti online effettuati usando le generalità di un 34enne.
A cura di Nico Falco
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I carabinieri hanno arrestato un 36enne di Pomigliano d'Arco (Napoli), nell'ambito di una indagine su furti di identità e acquisti online con documenti falsi: l'uomo è accusato di possesso e produzione di documenti falsi, in casa gli hanno trovato 36 carte di identità contraffatte. L'operazione è stata eseguita su delega della Procura della Repubblica di Bolzano, le indagini erano partite quando un 34enne di Lana, in provincia di Bolzano, si era rivolto ai carabinieri della stazione locale per denunciare che qualcuno stava usando i suoi dati per fare degli acquisti online. Il 36enne è stato sottoposto ai domiciliari in attesa del processo.

Le carte di identità false trovate nella casa di Pomigliano erano del "vecchio" modello, quello cartaceo. Di queste, 31 erano anche valide per l'espatrio. Si trattava di documenti palesemente contraffatti, che però sarebbero parsi veri se inviati tramite Internet, con una scansione o delle foto che ne avrebbero mascherato i difetti di produzione. I documenti riportavano le generalità di varie persone, ma le foto erano sempre le stesse: sulla maggior parte delle carte c'era quella dell'uomo arrestato, sulle altre c'erano quelle di altre persone che restano da identificare ma che non corrispondono ai nomi e cognomi segnati sulla pagina accanto.

Verosimilmente i documenti falsi venivano utilizzati per creare delle false identità, sfruttando le generalità di persone realmente esistenti, e per creare degli account su siti online da sfruttare per effettuare degli acquisti o delle truffe. Indagini ulteriori sono in corso per ricostruire il sistema che veniva utilizzato per recuperare i dati da scrivere sui documenti, che potrebbero essere stati carpiti facilmente anche sui social network.

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