Pomodorini del Piennolo e Parmigiano Reggiano senza tracciabilità, ondata di sequestri
Una valanga di pomodorini del piennolo, arrivati da chissà dove e confezionati senza seguire l'iter obbligatorio per i prodotti con una denominazione protetta. Li hanno sequestrati nei giorni scorsi nel Napoletano i carabinieri della Tutela Agroalimentare, nella serie di controlli che nei giorni scorsi sono stati effettuati in tutta Italia dai Reparti territoriali all'interno di numerose aziende di settore e che si sono tradotti nel sequestro di oltre 900 tonnellate di alimenti privi di tracciabilità, stipati senza in magazzini non autorizzati o sottoposti a trattamenti inadeguati, per un valore commerciale di oltre 360mila euro. I pomodorini del piennolo del Vesuvio Dop erano in una società agricola in provincia di Napoli, confezionati in 2.388 barattoli, trattati in difformità alle norme per la produzione e privi di tracciabilità; ne sono stati sequestrati 1218 chili complessivi, per un valore totale di 3mila euro. Sempre in Campania, i carabinieri hanno sequestrato 6 tonnellate di ortaggi e frutta nel mercato di Maddaloni (Caserta), anche qui per assenza di tracciabilità.
In un caseificio di Reggio Emilia sono state sequestrate 25 tonnellate di prodotti privi di tracciabilità, per un valore di 175mila euro; ai controlli erano presenti anche agenti vigilatori del Consorzio del Parmigiano Reggiano, che hanno ritirato 4 fasce marchianti col logo Parmigiano Reggiano Dop e 272 placche di caseina atte alla produzione del formaggio tutelato. Ad Avellino e a Foggia, insieme all'Asl, i militari hanno sequestrato 900 tonnellate di grano per un valore di 180mila euro; erano in due magazzini, appartenenti alla stessa azienda, privi della registrazione per lo stoccaggio di cereali. Ad Enna, in un pastificio, sono stati sequestrati 150 kg di pasta, prodotta con grano europeo mentre l'etichetta indicava l'utilizzo esclusivamente di quello siciliano; il titolare dell'attività è stato denunciato per frode in commercio.