Scavi di Pompei, al via la mostra dei calchi restaurati
Restituiti al pubblico dopo il restauro, venti fra gli 80 calchi delle vittime delle eruzione degli scavi di Pompei saranno esposti al pubblico nella mostra "Pompei e l'Europa 1748-1943". Inaugurata oggi alle 16 dal ministro dei Beni culturali e del turismo Dario Franceschini, la spettacolare mostra sarà visitabile fino al 2 novembre 2015. All'interno di una speciale piramide alta 12 metri e collocata al centro dell'arena nel sito archeologico sono esposti venti calchi. Vi si accede da un'ingresso posto al lato di uno degli angoli della costruzione temporanea, realizzata in occasione dell'evento e assemblata in legno e metallo.
La piramide è costituita da una cupola interna di cartongesso, dalla quale sarà possibile ammirare i venti calchi da vari punti di osservazione. La mostra, curata da Massimo Osanna, Adele Lagi, Ernesto De Carolis e Grete Stefani, si articola in due siti espositivi. Una parte della rassegna, basata sull’influenza del complesso archeologico campano sugli artisti europei dal Settecento al Novecento, dal titolo "Natura e Storia (1748-1943)" è allestita a Napoli al Museo Archeologico Nazionale mentre l'altra, quella ospitata direttamente dal sito di Pompei, mette in mostra i calchi delle vittime dell’eruzione recentemente restaurati dalla Soprintendenza. Nell'ambito dell'esposizione sarà possibile ammirare anche la riproduzione di una meridiana solare che, filtrando attraverso la piramide nell'anfiteatro degli scavi, si collega all'altro allestimento, al Museo archeologico nazionale di Napoli. Per tutta la durata della mostra il biglietto d’ingresso agli scavi di Pompei, dove sono tornate visitabili dopo gli interventi di restauro anche la Casa della fontana piccola e la Villa dei Misteri, anziché 11, costerà 13 euro.
L'installazione della piramide all'interno dell'antico anfiteatro non ha mancato di suscitare polemiche e critiche per la mole dell'opera temporanea. Sebbene, si tratti di una costruzione “non è invasiva, smontabile" ed che "non poggia a terra” come ha spiegato più volte il soprintendente Osanna, c'è chi, come il presidente dell'Osservatorio Patrimonio Culturale, Antonio Irlando tuona contro la decisione di collocare l'ingombrante edificazione. Scandaloso uso di un'area con una propria identità storica conosciuta in tutto il mondo" ha dichiarato a Fanpage.it.