Pompei è un tesoro senza fine: nuovi scavi riportano alla luce altri reperti
Una tomba sannitica che risale alla fine del V secolo a.C. e i resti di cinque fuggiaschi. Non è ancora del tutto venuto alla luce il tesoro che conserva il sottosuolo di Pompei. Gli scavi che la soprintendenza sta conducendo, con la direzione di Massimo Osanna, insieme al Jean Bérard (centro di ricerca francese a Napoli) nella zona di Ercolano, ha rivelato nuovi eccezionali ritrovamenti. La cassa, fatta in lastre di calcare del IV sec. a.C., è stata rinvenuta con all'interno lo scheletro di un uomo. Non molto distante da essa, sono state scoperte anche tre monete d'oro e un pendente di collana, sparsi tra le ossa degli scheletri di cinque fuggiaschi. Presumibilmente si trovavano lì dopo il saccheggio degli scavatori clandestini in seguito all'eruzione del 79 d.C.
Il progetto di ricerca, con l'obiettivo di studiare le trasformazioni di un'area commerciale appena fuori le mura di Pompei, ha avuto inizio il 16 maggio. Durante le attività sono stati riportati alla luce quattro scheletri di pompeiani intrappolati nel retrobottega al momento dell'eruzione. L’approfondimento dello scavo ha permesso d’identificare anche un forno: la struttura verticale al quale si accede tramite alcuni scalini, rappresenta un unicum a Pompei e potrebbe essere servito alla fabbricazione di oggetti in bronzo.