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Pompei, scoperto il primo “fast food” dell’antichità

Dagli scavi al Regio V nel Parco archeologico di Pompei emergono le testimonianze di un nuovo thermopolium, una sorta di antico fast food di epoca romana in cui i clienti ordinavano e ritiravano il cibo “take away” o lo consumavano velocemente in loco. Molti altri sono i locali simili già presenti nel sito archeologico.
A cura di Redazione Cultura
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Un altro segreto svelato dagli scavi al Regio V nel Parco archeologico di Pompei. Si tratta di un nuovo thermopolium, una sorta di fast food che preparava cibi da asporto o da consumare velocemente in loco. La notizia racconta della scoperta di una raffigurazione con uno schiavo intento al servizio, mentre dall'altro lato della taberna ecco Nereide che regge una cetra. Colori sgargianti, molto simili a quelli originari riaffiorano due millenni dopo l'eruzione del 79 d.C. che ha prima sepolto e poi ci ha consegnato gli straordinari Scavi di Pompei. Il che ha permesso alle decorazione di arrivare inalterata fino a noi, nonostante non si tratti per raffinatezze ed elaborazione tra i capolavori presenti e già visibili da tempo a Pompei, in altri locali del genere. Il nuovo thermopolium, dunque, ci consegna un'ennesima testimonianza di usi e consumi degli antichi romani in quel di Pompei.

Il fast food, invenzione degli antichi romani

La cultura del fast food è molto più antica di quanto pensiamo, e non nasce di certo negli Stati Uniti: sono stati i romani i primi a scoprire i vantaggi di un buon pasto caldo da poter consumare velocemente. I locali più famosi? A Pompei.  Uno dei thermopolium più famosi dell’antichità è senza dubbio quello di Lucius Vetutius Placidus. La sua fama deriva dal fatto che è uno dei meglio conservati fra i più di 200 thermopolia pompeiani: situato in via dell’Abbondanza, il suo bancone riccamente decorato con marmi colorati e le sue pareti affrescate sono ancora oggi una delle particolarità più affascinanti dell’antica città romana. All’interno dei sei doli incassati che un tempo ospitavano cibi e vettovaglie gli archeologi hanno anche rinvenuto più di mille monete, oggi conservate nella sezione numismatica nel Museo Archeologico di Napoli.

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