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Crollo ponte Morandi a Genova

Ponte Morandi, il padre di Giovanni Battiloro: ‘Ponte ricostruito, ma noi distrutti per sempre’

Oggi, quasi due anni dopo la tragedia, a Genova è stato varato il nuovo Ponte Morandi. Il padre di Giovanni Battiloro, uno dei quattro ragazzi di Torre del Greco, nella provincia di Napoli, morti nel crollo, si è lasciato andare a un duro sfogo su Facebook: “Nessuna ricostruzione sarà in grado di ricostruire le nostre anime uccise insieme al nostro ragazzo”.
A cura di Valerio Papadia
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Giovanni Battiloro
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Sono passati quasi due anni dal crollo del Ponte Morandi di Genova, dalla tragedia di quel 14 agosto nella quale hanno perso la vita 43 persone. Oggi, 28 aprile, il nuovo viadotto è stato varato, anche se per l'inaugurazione e quindi per la sua fruizione, bisognerà attendere ancora qualche mese. In occasione del varo della nuova opera, il padre di Giovanni Battiloro si è lasciato andare a un duro sfogo su Facebook. Giovanni Battiloro, 29 anni, è uno dei quattro ragazzi di Torre del Greco, in provincia di Napoli, che sono morti nel crollo del Ponte Morandi: insieme a lui nella tragedia hanno perso la vita Matteo Bertonati, Antonio Stanzione e Gerardo Esposito.

"Ho sempre cercato di preservare la mia famiglia, da tutto e da tutti, proteggendola, usando a volte anche l'eccesso d'amore. Ma oggi, come spiego a mio moglie ed a mia figlia che questa nostra Italia conclude la ricostruzione del nuovo ponte. Certo cosa giusta è ripartire, ma come faremo mai a ripartire noi, lasciati monchi, senza un figlio, ucciso a 29 anni dallo Stato Italiano che ha finto di controllare le manutenzioni delle società della famiglia Benetton. Lavori mai fatti sul vecchio Ponte Morandi, crollato il 14 Agosto del 2018, insieme alla nostra vita, e alla vita di altre centinaia di persone tra vittime e familiari" scrive su Facebook Roberto Battiloro, il papà di Giovanni.

"Tutta questa solerzia, questa produttività – continua Roberto Battiloro – mi sarei aspettato fosse stata profusa nella ricerca di una verità e di una conseguente giustizia. Mio figlio, a 29 anni è stato portato via dai suoi affetti più grandi, dalla madre e dal padre, dalla sorella e dagli zii, dai cugini e da tutti gli amici che lo amavano. Come riusciremo mai a mettere insieme i pezzi della mancanza, nessuna ricostruzione sarà in grado di ricostruire le nostre anime uccise insieme al nostro ragazzo. Nessun gaudio, solo immenso dolore per ciò che ancora oggi si finge di non vedere, la corruzione a tutti i livelli, politici e amministrativi. Uccidere per lucrare. Che sia fatta giustizia".

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