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Ponti Rossi, auto sbanda e si schianta contro un pilone dell’antico acquedotto romano

Un’automobile, per cause da accertare, ha sbandato ed è finita contro uno dei piloni dell’antico acquedotto romano, nella zona dei Ponti Rossi di Napoli. L’incidente porta sotto i riflettori lo storico problema del monumento che, seppur ormai “inglobato” nel tessuto urbano, è sottoposto ad incuria ed abbandono sebbene i suoi oltre 2mila anni ed un valore storico incalcolabile.
A cura di Giuseppe Cozzolino
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L'automobile finita contro uno dei piloni di sostegno dell'Acquedotto romano del Serino, oggi conosciuti come Ponti Rossi.
L'automobile finita contro uno dei piloni di sostegno dell'Acquedotto romano del Serino.

Incidente nelle notte nella zona dei Ponti Rossi, nella zona nord di Napoli. Un'automobile, per cause ancora da chiarire, è andata a finire contro uno dei piloni di sostegno di quello che fu l'Acquedotto Romano del Serino, oggi "integrato" nel tessuto urbano e dal quale proviene anche il nome della zone (i "Ponti Rossi" sono infatti gli archi dell'ex-acquedotto, così chiamato perché il laterizio rosso e la forma dell'arcata ricorda appunto quella di un pontile). Un incidente che pone sotto i riflettori, ancora una volta, lo stato in cui versa un monumento storico dal valore inestimabile: basti pensare che l'Acquedotto del Serino fu costruito fra il 33 ed il 12 avanti Cristo: in pratica, un'opera architettonica di oltre duemila anni.

Non è la prima volta, tra l'altro, che qualche auto va a sbattere contro i piloni: basta vedere i segni tipici degli impatti lungo le colonne. Lo stesso ex acquedotto romano spesso si trova in uno stato di incuria ed abbandono: due anni fa i cittadini denunciarono a Fanpage.it la presenza di cumuli di rifiuti ammassati nei suoi pressi, che deturpavano quello che è uno dei monumenti più antichi di Napoli ed anche meglio conservati, ma che ironicamente è anche tra i più abbandonati. L'acquedotto romano del Serino, detto anche Augusteo perché costruito durante il mandato di Augusto, oltre a partire dall'omonima fonte tra i monti irpini ed a rifornire d'acqua Napoli, Cuma ed Ercolano, viene spesso ricordato perché, durante l'assedio dei bizantini del 536 dopo Cristo, permise di occupare la città sorprendendo l'esercito dei Goti all'interno del capoluogo partenopeo: nel punto, infatti, dove oggi si trova via Carbonara (dove all'epoca l'acquedotto si congiungeva alle mura cittadini), i bizantini fecero breccia proprio nell'acquedotto e da lì passarono nel sottosuolo per sbucare alle spalle dei goti.

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