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Portici, ruba l’acqua di mare dal porto per venderla alle pescherie, denunciato

La Polizia di Stato ha denunciato un uomo sorpreso a prelevare abusivamente dell’acqua di mare dal porto del Granatello, a Portici (Napoli): insieme ad un’altra persona stava riempiendo delle grosse cisterne sistemate all’interno di un furgone. A. S., 55enne napoletano con precedenti di polizia, è stato multato per l’attività e denunciato per inosservanza a un avviso orale.
A cura di Nico Falco
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Due uomini sono stati bloccati, ed uno di loro denunciato, dalla Polizia di Stato a Portici, in provincia di Napoli: sono stati sorpresi nel porto di Granatello mentre con una elettropompa riempivano alcune grosse taniche con l'acqua del mare, con l'intenzione di rivenderla. Gli agenti del commissariato Portici-Ercolano, che erano impegnati nei servizi di controllo del territorio, sono intervenuti nel porto in seguito a una segnalazione di una pattuglia dell'Esercito italiano.

Il controllo è scattato nella notte scorsa, alle prime ore del 3 giugno. Gli agenti, ricevuta la segnalazione dai militari, hanno raggiunto l'area indicata e hanno subito individuato il furgone. Subito è stato chiaro quello che stava accadendo: nel veicolo c'erano delle grosse cisterne, che erano state collegate con un tubo a una elettropompa per l'aspirazione dell'acqua; l'altra estremità era direttamente in mare, nelle acque del porto, quelle solitamente utilizzate per gli attracchi di piccole imbarcazioni e oggetto di scarichi.

Col supporto della Capitaneria di Porto di Portici i poliziotti hanno bloccato i due uomini; uno di loro, A. S., napoletano di 55 anni con precedenti di polizia, è stato denunciato perché trovato in possesso di un cellulare: era sottoposto alla misura dell'avviso orale aggravato dal divieto di avere o usare apparati di comunicazione radiotrasmittente. L'uomo è stato anche multato perché l'attività che stava svolgendo è tra quelle vietate da una ordinanza della Capitaneria di Porto di Torre del Greco. Con tutta probabilità l'acqua di mare prelevata, potenzialmente anche pericolosa visto il posto, sarebbe stata rivenduta a ristoranti e pescherie che l'avrebbero usata per "rinfrescare" il pesce e i frutti di mare in vendita.

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