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Covid 19

Premi Covid per i sanitari in Campania, protestano gli infermieri: “No a trattamenti diversi”

Premi covid per il personale sanitario, protesta il Movimento Nazionale Infermieri della Campania. Al centro delle polemiche sia la decisione di far partire il bonus dal 10 marzo (giorno del lockdown) e non dal 31 gennaio (giorno nell’inizio dello stato d’emergenza) e soprattutto la decisione di escludere gli infermieri che, avendo contratto il virus, non hanno lavorato perché in cura.
A cura di Giuseppe Cozzolino
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No a trattamenti diversi dagli altri per quanto riguarda i Premi Covid: è la protesta del Movimento Nazionale Infermieri della Campania, presentata a Vincenzo De Luca e per conoscenza anche al premier Giuseppe Conte. Il rischio, fanno sapere dall'organizzazione, è che gli infermieri che hanno contratto il virus rischiano di non ricevere il premio perché erano in cura e dunque non hanno lavorato.

"Cosa si intende per rischio Covid? Come si può mettere in atto una netta distinzione tra Infermieri A e B? E aggiungiamo noi C, ossia i fantasmi, quelli che non compaiono nemmeno, quelli che secondo le scelte di qualcuno erano completamente al sicuro", si legge in una nota del Movimento, "Ma, in molti casi, si sono contagiati più facilmente rispetto ad altri. Pensiamo agli infermieri di aree denominate no Covid, ma anche ai liberi professionisti e ai dipendenti privati che hanno continuato la loro attività anche domiciliare rischiando di essere contagiati", spiegano, "tutti gli infermieri, durante l'emergenza sanitaria, sono venuti a contatto con pazienti Covid, tutti hanno subito lo stesso identico stress lavorativo, continui aggiornamenti delle direttive aziendali, blocco forzato delle ferie, turni di lavoro imprevedibili e paura di rientrare in casa dai propri cari".

La protesta degli infermieri riguarda anche la decisione di considerare il bonus per il lavoro dal 10 marzo, giorno del lockdown dell'intero paese, mentre lo stato d'emergenza nazionale era stato proclamato già dal 31 gennaio precedente. E dunque, chiedono un premio Covid che tenga conto anche dell'intero mese di febbraio e della prima settimana di marzo, attualmente tagliate fuori. Ma anche che vengano prolungati per un ulteriore anno i contratti con scadenza a breve termine e che il premio non sia soggetto a tassazione.

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