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Presa a Caserta una dei capi della gang di trafficanti di esseri umani di Torino

È stata arrestata a Pinetamare, in provincia di Caserta, una delle 11 persone accusate di far parte di una organizzazione che costringeva giovani Nigeriane a prostituirsi nell’hinterland torinese. In manette sono finiti 8 donne e 3 uomini, tutti nigeriani. La donna ricercata era scampata all’operazione dei carabinieri di questa mattina.
A cura di Nico Falco
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La cercavano a Torino, ma lei era riuscita a scappare. Aveva attraversato l'Italia ed era arrivata in Campania, dove si era rifugiata da alcuni conoscenti che le stavano fornendo copertura, in attesa di spostarsi ancora per evitare le manette. Ma i carabinieri hanno fatto prima: l'hanno rintracciata e l'hanno arrestata. È stata scovata dai militari del Reparto Territoriale di Mondragone a Pinetamare di Castel Volturno, in provincia di Caserta, una delle otto donne ritenute appartenenti a una organizzazione criminale di trafficanti di esseri umani radicata tra Italia, Nigeria e Libia. I capi del gruppo sono tutti nigeriani, avevano appoggi sia nel loro Paese di origine sia in Italia. E, chiaramente, lungo i territori che venivano usati per far passare i migranti, in questo caso la Libia. Riuscivano a seguire l'arrivo degli extracomunitari nelle vari fasi, controllando sia la partenza sia i loro movimenti quando erano sul suolo italiano. L'organizzazione è stata smantellata dalle indagini dei carabinieri di Torino, che oggi, 19 aprile, hanno notificato 11 misure cautelari a 8 donne e 3 uomini; i reati contestati dal gip piemontese sono tratta di esseri umani, riduzione in schiavitù, favoreggiamento dell'immigrazione clandestina e sfruttamento della prostituzione. Dalla ricostruzione dei militari è emerso che le ragazze venivano reclutate in Nigeria, ridotte in schiavitù e poi costrette a spostarsi verso altri Paesi, passando dai centri di smistamento in Niger e la Libia.

In Italia ci arrivavano con le "carrette del mare", con destinazione Lampedusa, e da lì finivano, alla fine, nell'hinterland torinese dove venivano costrette a prostituirsi. Per impedir loro di ribellarsi le tenevano soggiogate anche coi riti voodoo. Questa mattina una delle otto donne destinatarie della misura cautelare era scappata ai carabinieri, ma la sua rete di contatti e complicità era già nota: con la fuga è riuscita a ritardare l'arresto solo di qualche ora.

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