Preso a Dubai il broker della droga Bruno Carbone: il narcos deve scontare 20 anni
I carabinieri del Nucleo Investigativo di Napoli hanno arrestato a Dubai il latitante Bruno Carbone, già processato e condannato in contumacia a 20 anni di carcere per traffico internazionale di droga: è accusato di essere uno dei broker della malavita organizzata che, con contatti direttamente con i narcotrafficanti, spostano montagne di stupefacenti tra Colombia, Olanda e Italia.
Carbone è stato bloccato nell'aeroporto internazionale della città degli Emirati Arabi Uniti. Controllato, aveva un documento falso, su cui c'erano le generalità di un'altra persona: sperava con quello stratagemma di scampare a un eventuale controllo. Nel maggio del 2018 i carabinieri, in esecuzione di un decreto di perquisizione emesso dalla Direzione Distrettuale Antimafia, gli sequestrarono circa 240mila euro in contanti: erano nascosti nella tavernetta di una villa di Lago Patria, a Giugliano in Campania (Napoli), che era nelle disponibilità della moglie.
A Dubai si sarebbe rifugiato anche il broker internazionale Raffaele Imperiale, che nell'ottobre del 2018 è stato condannato in secondo grado a 8 anni e 4 mesi di carcere (in primo grado la sentenza era stata di 18 anni). "Lelluccio Ferrarelle", soprannome che si porta addosso da quando, da piccolo, consegnava bevande a Castellammare di Stabia, è ritenuto dagli inquirenti uno dei più importanti broker al servizio della camorra, con contatti col clan degli scissionisti degli Amato-Pagano.
Nel settembre 2016 in un casolare di Castellammare di Stabia, che era nelle disponibilità della famiglia Imperiale, furono ritrovati "La spiaggia di Scheveningen prima di una tempesta" e "La congregazione lascia la chiesa riformata di Nuenen", due quadri di Vincent Van Gogh che erano stati rubati dal Museo di Amsterdam nel 2002.