Preso il reggente del clan Polverino Giuseppe Simioli: era tra i latitanti più pericolosi
Si nascondeva in una villa di Campagnano di Roma, Giuseppe Simioli, considerato il reggente del clan Polverino e nella lista dei 100 latitanti più pericolosi d'Italia. I carabinieri del Comando Provinciale di Napoli, assieme ai Cacciatori di Calabria e ai militari delle stazioni locali, hanno fermato il boss nel territorio di Ronciglione in provincia di Viterbo. Su di lui pendono quattro ordini di cattura e dovrà scontare una condanna a 24 anni di carcere per associazione mafiosa e traffico di armi e droga. L'operazione, ancora in corso, ha visto la partecipazione di circa cento uomini del reparto operativo del comando provinciale di Napoli, supportati da una squadra dei cacciatori di Calabria.
La latitanza di Giuseppe Simioli: chi l'ha aiutato?
Detto ‘Petruocelo', Simioli era latitante dal 2011: ad essergli fatale lo spostamento verso un nuovo rifugio, che ha messo in allarme i militari che tenevano d'occhio la villa. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti Simioli manteneva ormai da anni la moglie e un figlio a Marano di Napoli, ma aveva un rapporto con una donna di origini brasiliane dalla quale ha avuto due figli. Ora le indagini proseguono per stabilire chi abbia coperto la latitanza del boss lontano dalla Campania e dal territori controllati dallo storico clan dell'hinterland nord, un tempo legato ai Nuvoletta, il sodalizio criminale potentissimo collegato a doppio filo con la Cosa Nostra siciliana.