Preso “Maschera di ferro”: sparito da 20 anni, guidava una truffa da 4 milioni di euro

Il meccanismo era sempre il solito, quello della "frode carosello": società con sede all'estero che, con un giro di false fatturazioni, certificano l'acquisto di prodotti che poi vengono rivenduti aggirando l'Iva. A tirare i fili, però, stavolta c'era un "fantasma": irreperibile da 20 anni, nessun bene intestato, nessuna fotografia recente in mano agli investigatori e viveva in affitto in nero. Una "maschera di ferro", come è stata chiamata l'operazione della Guardia di Finanza di Napoli che, alla fine, è riuscito a scovarlo e ad accertare una frode da 4,7 milioni di euro.
Come funzionava la frode carosello
Le indagini sono state svolte dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria Napoli e coordinate dal sostituto procuratore Lucio Giugliano, della Repubblica di Napoli – sezione Criminalità Economica. I militari delle fiamme gialle hanno accertato un giro di fatture per operazioni inesistenti per 23 milioni e mezzo di euro, attraverso una filiera di società missing traders: "cartiere", create ad hoc per produrre la documentazione falsa, amministrate da prestanomi. Il fornitore riusciva così ad approvvigionarsi di merci nel settore siderurgico a prezzi concorrenziali e a commercializzarli in Italia sottocosto, grazie al mancato versamento dell'Iva all'Erario.
Anche i clienti erano a conoscenza di questo meccanismo e, hanno verificato i militari, proprio per questo motivo in varie occasioni avevano chiesto ulteriori sconti sul prezzo di acquisto. Nell'operazione sono stati sequestrati disponibilità finanziare esistenti su conti correnti, immobili, auto e quote societarie degli indagati.
"Maschera di ferro" a capo dell'organizzazione
A guidare il sodalizio criminale era un uomo di circa 60 anni, nato a Udine ma in Campania da diverso tempo. Era scomparso dalla circolazione da 20 anni, le forze dell'ordine che erano sulle sue tracce sono partite da questi scarsi elementi e da una vecchia carta di identità per scovarlo. Un personaggio che gli inquirenti definiscono "inquietante", proprio per la sua abilità a sfuggire a qualsiasi tipo di controllo senza lasciare indizi: nessun bene di proprietà, numeri telefonici intestati ad altri, nessuna residenza e nessun rapporto con la moglie da cui si era separato.
Le indagini, con appostamenti, attività tecniche e riscontri per restringere il cerchio, hanno portato a un modesto appartamento in provincia di Caserta, affittato in nero, ma anche questa volta "Maschera di ferro" sembrava scomparso: i proprietari non avevano sue notizie da tempo. Invece lui era nei paraggi, convinto che, senza conoscere la sua identità, nessuno lo avrebbe scoperto. I militari lo hanno però trovato lo stesso, partendo dalla fotografia di quella vecchia carta di identità, lo hanno bloccato e gli hanno sequestrato tutto quello che aveva addosso: chiavi dell'auto, documenti, cellulari, carte di credito.