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Processo Casapound Napoli, per i leader chiesti fino a 8 anni di carcere

I reati contestati sono banda armata e associazione sovversiva; gli arresti scattati nel 2013 in seguito alle indagini sugli scontri tra gruppi di destra e di sinistra avvenuti a Napoli nel 2011. Imputati 34 attivisti di Casapound, il pm Catello Maresca durante la requisitoria alla Corte di Assise ha chiesto pene da 1 a 8 anni di reclusione.
A cura di Nico Falco
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Emmanuela Florino
Emmanuela Florino

La "caccia al compagno" come ideologia, che ha portato a diversi raid violenti tra il 2010 e il 2011. È il contesto descritto dal pm Catello Maresca durante la requisitoria nell'ambito del processo in corso davanti alla seconda Corte di Assise di Napoli (presidente Barbarano) che vede alla sbarra 34 attivisti di Casapound. "Ci siamo trovati di fronte a un gruppo criminale – ha detto il magistrato – che in un determinato momento storico del nostro Paese ha fatto della "caccia al compagno" l'espressione della sua ideologia, concretizzatasi tra il 2010 e il 2011 in varie azioni violente".

Il pm ha chiesto pene tra gli 8 anni e 1 anno, per i reati di associazione sovversiva e banda armata. Maresca ha chiesto le pene più alte, 8 anni, per Giuseppe Savuto, Andrea Coppola e Enrico Tarantino, quest'ultimo ritenuto ex leader insieme ad Emmanuela Florino, figlia di un ex parlamentare. Al momento degli arresti diversi degli attivisti ora imputati avevano già lasciato Casapound ed erano confluiti da alcuni mesi in un altro movimento, Militia; tra questi anche Tarantino, che nel periodo in cui scattò il blitz era candidato nella lista "Liberi con Lettieri", legata al Pdl.

Gli arresti erano scattati nel gennaio 2013, eseguiti dai carabinieri del Ros, dopo indagini relative agli scontri tra gruppi di destra e di sinistra avvenuti a Napoli nel 2011. Tra gli episodi esaminati c'era anche un attentato contro il Laboratorio Insurgencia della primavera del 2011, quando quattro molotov furono lanciate contro il portone nella notte, e l'aggressione di pochi giorni dopo a due studenti della facoltà di Lettere, che erano stati accoltellati durante la campagna elettorale per le Amministrative.

La replica di Casapound: "Pm chiede alla Corte accuse minori"

All'indomani della requisitoria del pm Maresca, Casapound parla di "arresti ad orologeria" e sostiene che nel processo stiano venendo ridimensionate le accuse rispetto ai reati contestati inizialmente.

"Il pm – scrive il partito in una nota – ha chiesto pene molto basse se rapportate alla gravità dei reati contestati, quali associazione sovversiva e banda armata, arrivando poi persino a suggerire in extremis alla Corte di abbandonare l’ipotesi di associazione sovversiva, derubricandola ad associazione a delinquere semplice, qualora il collegio non condividesse la valutazione sulla qualificazione giuridica del fatto: una diversa qualificazione giuridica insomma, e molto meno grave della precedente. Evidentemente forse anche PM e giudici stanno cominciando ad ammettere, seppur non esplicitamente, l’impossibilità per un movimento politico che partecipa regolarmente alle varie elezioni degli ultimi anni, di sovvertire l’ordine dello Stato, peraltro formando una banda armata solamente di bottiglie di crodino, come emerso finora nel dibattimento processuale".

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