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Disastro Resit, condannati i principali imputati. Ma cade l’aggravante di camorra

Vent’anni di carcere per Cipriano Chianese, cinque e mezzo per l’ex subcommissario Giulio Facchi. Caduta per tutti l’aggravante di aver favorito la camorra.
A cura di Gaia Bozza
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Una discarica dei rifiuti (foto archivio)
Una discarica dei rifiuti (foto archivio)

Gestione dei rifiuti nella Resit di Giugliano (Napoli), fioccano condanne per i principali imputati. Cipriano Chianese, proprietario degli impianti, dovrà scontare 20 anni di carcere, condannato 5 anni e 6 mesi con interdizione dei pubblici uffici invece Giulio Facchi, allora sub-commissario all'emergenza rifiuti in Campania. Sono stati inoltre condannati a risarcire il Comune di Giugliano  e la Provincia di Napoli per i gravi danni ambientali connessi al disastro ambientale e al traffico illecito di rifiuti.

Finisce così il processo a Napoli che vedeva imputate 29 persone accusate di disastro ambientale e traffico illecito di rifiuti, con l'ombra della camorra: in particolare il clan dei Casalesi che sulla gestione dei rifiuti aveva avviato un business milionario.  Per tutti, però, è caduta l'aggravante del metodo mafioso: La V sezione della Corte d'Assise di Napoli, presieduta da Adriana Pangia, ha accolto solo parzialmente le tesi del pm Alessandro Milita, che aveva chiesto quasi 300 anni di carcere. Per l'ex sub-commissario all'emergenza rifiuti aveva chiesto 30 anni, stessa pena per l'imprenditore Chianese. E' stato invece condannato a 16 anni Gaetano Cerci, altro imprenditore ritenuto legato ai Casalesi e coinvolto negli scarichi abusivi alla discarica Resit di Giugliano.

Resit, cade per tutti l'aggravante del metodo mafioso

Secondo la sentenza di primo grado, in pratica, il disastro ambientale c'è stato, è stato un comportamento doloso, però questo avvelenamento volontario – e il grande profitto che ne è derivato –  non sono ritenuti comportamenti mafiosi.  Discorso diverso e posizione più leggera per Giulio Facchi, che fu sub-commissario dal 1999 al 2004: il commissariato di governo utilizzò più volte la discarica di Chianese, in momenti critici dell'emergenza. Per lui non c'è dolo, ma colpa: "Siamo convinti che in appello riusciremo a dimostrare la completa estraneità del nostro assistito", dichiara a Fanpage.it l'avvocato Alessandra Gangiano, che insieme a Riccardo Polidoro assiste Giulio Facchi. In un‘intervista al nostro giornale, l'ex sub-commissario ha ricostruito i rapporti con i servizi segreti italiani descrivendo alcuni incontri e il loro ruolo all'interno dell'emergenza rifiuti, rivelando l'esistenza di una "trattativa tra Stato e camorra" dopo le dimissioni di Antonio Bassolino da commissario, nel Febbraio 2004, e l'arrivo del prefetto Corrado Catenacci.

Il nodo dei risarcimenti agli enti locali

Solo una volta che saranno presentate le motivazioni della sentenza sarà sciolto il nodo dei risarcimenti al Comune di Giugliano e agli altri Comuni, alla Provincia di Napoli e Caserta e alle altre parti civili, perché il Tribunale ha dichiarato sequestrati tutti i beni dei condannati.

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