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Prorogato il 41 bis per per l’ex boss Valentino Gionta

Il boss fu arrestato nel 1985 e condannato per vari reati tra cui traffico di droga, corruzione e duplice omicidio. Dal 2007 è sottoposto al 41 bis in ordine ai fatti della faida a Torre Annunziata. Gionta fu prima accusato e poi assolto per l’omicidio del giornalista Giancarlo Siani.
A cura di Angela Marino
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Il Ministro della giustizia Andrea Orlando ha firmato oggi pomeriggio il provvedimento di proroga del regime detentivo previsto dall'art. 41 bis  nei confronti di Valentino Gionta. Il boss del clan omonimo operante nella zona di Torre del Greco (Napoli), è in carcere dal 1985, dove sconta diverse condanne. Gionta venne arrestato nello stesso anno in una proprietà della famiglia Nuvoletta, a Marano (Napoli) nel corso di uno scontro di potere fra le famiglie egemoni. Il giornalista del Mattino di Torre Annunziata,  Giancarlo Siani – del cui omicidio Gionta fu prima accusato e poi assolto – scrisse infatti sulle pagine che la cattura di Gionta era sostanzialmente "Il prezzo pagato dai Nuvoletta (storici alleati del sodalizio Gionta, ndr.) per giungere ad una pace con i Bardellino". Il boss di Torre fu quindi giudicato e condannato per associazione camorristica, traffico di droga, corruzione, concorso in estorsione, duplice omicidio e concorso in voto di scambio.  È detenuto nel carcere di Novara dove dal 2007 è sottoposto al 41 bis in ordine ai fatti della faida a Torre Annunziata.

Per l'omicidio del giornalista Giancarlo Siani, Gionta fu assolto con sentenza definitiva dalla Cassazione dall'accusa di essere uno dei mandanti, dopo che la Corte di Assise di Appello gli aveva inflitto una condanna all'ergastolo. A far assolvere il boss fu la circostanza che, secondo la ricostruzione dei collaboratori di giustizia, quando a Gionta fu chiesto da esponenti del clan Nuvoletta di partecipare all'omicidio del giornalista lui si sarebbe opposto in quanto il delitto, a suo giudizio, per la prevedibile reazione da parte dello Stato avrebbe provocato problemi alle attività del clan a Torre Annunziata. 

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