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Prosciutti polacchi venduti come italiani. Sigilli a un laboratorio di Villaricca

I prosciutti provenienti dalla Polonia venivano trattati e etichettati con marchi italiani nel laboratorio in provincia di Napoli. I carabinieri hanno rinvenuto nei locali, coltelli, presse, frigoriferi e le false etichette per il confezionamento. Tra queste anche quella del consorzio di Parma. Coldiretti: “Fenomeno in preoccupante crescita”
A cura di An. Mar.
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Se il prosciutto di Parma è a buon mercato, probabilmente non è italiano. È quello che emerge dopo il sequestro di un prosciuttificio a Villaricca (Napoli), dove prosciutti provenienti dalla Polonia venivano disossati ed etichettati con marchi di aziende italiane e poi venduti al dettaglio a prezzi ribassati rispetto a quelli di mercato. Il sequestro del laboratorio del Napoletano è stato eseguito a termine di una lunga indagine che ha individuato la rete di produzione e distribuzione degli insaccati contraffatti.

Nei locali dove venivano confezionati i prosciutti i carabinieri di Villaricca hanno scoperto attrezzature e utensili  utilizzati per la manipolare il prodotto. Sotto sequestro frigoriferi, coltelli, fermagli, banchi, presse. Trovate anche le false etichette – tra cui quella del consorzio prosciutto di Parma –  che venivano impresse sui prosciutti per falsificarne l'origine. Proprio al consorzio i militari dell'Arma si sono rivolti per ricostruire le fila del traffico. "La scoperta di un laboratorio per falsificare il prosciutto straniero e farlo diventare magicamente italiano – commenta la Coldiretti –  è la punta dell'iceberg di un fenomeno in crescita che ha portato nel 2014 ad un aumento del 180% del valore dei sequestri effettuati dai carabinieri dei Nas nel settore delle carni, rispetto all'inizio della crisi".

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