Protesta nel carcere di Poggioreale: “Prezzi dello spaccio interno troppo alti”
E’ beffa per i detenuti di Poggioreale, che a cavallo di Ferragosto avevano protestato perché i prezzi dello spaccio interno erano sensibilmente più alti di quelli dei negozi all’esterno della casa circondariale. Per far placare la protesta, la direttrice Maria Luisa Palma aveva promesso che si sarebbe occupata personalmente di far calmierare i prezzi, ma il nuovo listino distribuito negli scorsi giorni ai reclusi contiene non solo l’aumento per alcuni generi alimentari, ma anche ribassi di pochissimi centesimi per il resto. Basti pensare che un chilo di zucchero non costa più 93 centesimi come prima, ma “solo” 92: logico che i detenuti si sentano presi in giro.
“Alcuni detenuti ci hanno manifestato il loro profondo malessere per quanto sta succedendo a Poggioreale – spiega Carmela Esposito dell’associazione Gioco di Squadra, uno degli enti del terzo settore che opera all’interno della struttura carceraria per supportare i reclusi nei loro programmi di inserimento. – A seguito della protesta pacifica perpetrata dalla maggior parte dei loro tra il 14 ed il 15 agosto, gli stessi rifiutavano il vitto e non hanno fatto la spesa, in quanto i prodotti venduti all’interno della casa circondariale sono molto cari. C'è da considerare inoltre che non tutti i detenuti hanno possibilità economiche per acquistare i prodotti di prima necessità e che anche un solo euro per loro è importantissimo. I detenuti ci hanno contattato e ci hanno chiesto di essere la loro voce per provare a risolvere questo problema.”
Solo lo scorso 20 agosto il garante regionale per i detenuti Samuele Ciambriello si era recato in visita al padiglione San Paolo del carcere di Poggioreale, per verificare cosa stesse succedendo, visto che, oltre a non ritirare il cibo, alcuni detenuti avevano anche smesso di prendere le loro medicine per protestare contro le inadempienze del carcere.