Protestavano per lo stipendio, furono denunciati: a processo 51 ex lsu
Cinquantuno dipendenti di ditte di pulizia andranno sotto processo per aver protestato contro il Ministero della Pubblica Istruzione, che minacciava di tagliare i loro stipendi del 50 percento. I lavoratori, sono accusati di invasione di edificio e interruzione di pubblico servizio per aver “in concorso tra loro, in qualità di dipendenti della Cooplat e della Coopservice, occupato abusivamente alcuni plessi scolastici” di Napoli e provincia il 17 febbraio 2014. Ad alcuni di loro viene anche contestata la recidiva, e ad un lavoratore addirittura la “recidiva specifica reiterata”. Si tratta di reati per i quali la Procura ha potuto procedere di ufficio. Se condannati, rischiano fino a tre anni di carcere ciascuno.
Il pubblico ministero del tribunale Napoli Nord di Aversa Simone de Roxas, concluse le indagini, ha disposto per tutti e cinquantuno gli operai la la citazione in giudizio. La prima udienza è fissata per il prossimo 26 maggio. I dipendenti delle ditte di pulizia erano ex lavoratori socialmente utili ricollocati presso cooperative proprio per svolgere servizi per conto del Ministero, ma i continui tagli al comparto scuola avevano reso intermittente il pagamento degli stipendi mensili. Da qui la decisione estrema di occupare quegli stessi istituti scolasti che avrebbero, invece, dovuto mantenere in ordine. In quell’occasione i lavoratori vietarono l’ingresso a professori e studenti in numerose scuole del capoluogo e della provincia, ma non in tutte si procedette all’identificazione degli occupanti ed alle conseguenti denunce.
“Siamo di fronte ad un ennesimo caso paradossale di giustizia mordi e fuggi – spiega il penalista Maurizio Capozzo, che difende numerosi imputati in questo processo – a tre anni di distanza dai fatti, senza alcuna indagine approfondita, vengono rinviate a giudizio 51 persone, senza che si dica chi ha fatto cosa. Mi risulta che tra gli imputati ci siano operai che in quella giornata non erano al lavoro. Come si può esercitare una pretesa punitiva sulla base di una presunta responsabilità oggettiva? Francamente mi sento di affermare che questo processo sarà l'ennesimo destinato a non produrre alcun effetto.”