Qual è la verità su Apple a Napoli? Siamo entusiasti, ma fino a che punto?
«Apple apre il primo Centro di Sviluppo App iOS europeo in Italia» dice il comunicato ufficiale di Apple Italia che candidamente, come le aziende americane sanno fare, spiega quali sono i termini di un accordo di cui finora si è saputo poco e solo attraverso le parole di Matteo Renzi che ha ovviamente tutto l'interesse a magnificarlo.
Andiamo per punti. Ecco cosa ci dice Apple ufficialmente (domani Renzi inconterà Cook e ne sapremo di più). Ci dice che il primo Centro di Sviluppo App iOS d'Europa, si farà a Napoli. Anzi, ci dice che «sarà situato in un'istituzione partner a Napoli». Quindi già sappiamo che non sorgerà un "edificio Apple" in città ma che Cupertino si appoggerà a un partner. Ovvero all'Università degli Studi di Napoli Federico II (lo ha comunicato lo stesso ateneo).
«Apple ha annunciato un investimento a Napoli che porterà 600 posti di lavoro» dice Matteo Renzi. Ma è così? Scrive l'azienda creata da Steve Jobs e oggi diretta da Tim Cook nel suo comunicato: «Il Centro di Sviluppo App iOS sosterrà gli insegnanti e fornirà un indirizzo specialistico preparando migliaia di futuri sviluppatori a far parte della fiorente comunità di sviluppatori Apple. Inoltre, Apple lavorerà con partner in tutta Italia che forniscono formazione per sviluppatori per completare questo curriculum e creare ulteriori opportunità per gli studenti». In nessuna parte della lunga nota si parla dei posti di lavoro. Più che altro si dice che il centro di Napoli servirà a «fornire agli studenti competenze pratiche e formazione sullo sviluppo di app iOS per l’ecosistema di app più innovativo e vivace al mondo». Quindi studenti, non lavoratori. E parliamo di posti di lavoro non diretti, ovviamente.
Infine: nell'ultima parte dell'anno 2015 Tim Cook, CEO di Apple era in Italia per chiudere le pendenze tra la sua azienda e il fisco italiano. Apple ha pagato 318 milioni di euro di tasse per le vendite effettuate in Italia. Se in questo ‘pacchetto' ci fosse anche Napoli e il centro App, sarebbe giusto saperlo. Ma sarà difficile che qualcuno ce lo dica. Una cosa è certa: l'entusiasmo dei giovani nel vedere un brand globale all'ombra del Vesuvio non solo per i suoi store di vendita ma anche per sviluppare prodotti è giusto. Meno lo è quello di alcuni politici che già stanno fregandosi le mani pensando che a Bagnoli piuttosto che a Napoli Est possa cambiare tutto grazie a Apple. Se qualcosa dovrà e potrà cambiare sarà solo perché lo vorranno i napoletani e chi li governa. Non basterà una app.