Quando potrebbe eruttare la caldera dei Campi Flegrei: lo rivela uno studio dell’Ingv
Quello dei Campi Flegrei è uno dei vulcani più pericolosi d'Europa, anche più del Vesuvio. Uno studio, realizzato dall'INGV (Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia) in collaborazione con l'Università di Pisa, la Normale di Pisa e l'Università Federico II di Napoli, si propone di studiare e mettere in relazione le statistiche delle eruzioni avvenute in passato con modelli probabilistici per cercare di fornire delle stime sul comportamento futuro del vulcano. In altre parole, cercare di capire quando potrebbe verificarsi la prossima eruzione del vulcano sommerso e limitarne quindi i possibili danni. La ricerca è stata pubblicata sul Journal of Geophysical Research.
La caldera dei Campi Flegrei è larga 12 chilometri ed è punteggiata da crateri formati da successivi eventi vulcanici. L'ultima grande eruzione è avvenuta nel 1538, dopo 3mila anni di quiete, e ha provocato la formazione del Monte Nuovo. Negli ultimi 15mila anni, secondo lo studio, ci sono state tre diverse epoche di frequenti e ravvicinate eruzioni interrotte da periodi di assoluta quiete, alcuni durati anche migliaia di anni. Stando ai modelli elaborati dai ricercatori, la prossima eruzione potrebbe verificarsi entro 100-120 anni. I limiti minimi e quelli massimi vanno dai 4 o 5 anni fino ai 400-500 anni a partire da oggi. "Negli ultimi 15.000 anni, l'intera caldera è stata interessata da un vulcanismo intenso e prevalentemente esplosivo, con più di 70 eruzioni note. Emerge che spesso gli eventi eruttivi vicini nel tempo hanno formato dei gruppi o cluster di eventi ravvicinati anche geograficamente, prevalentemente lungo i bordi della caldera e nella sua zona centro-orientale", spiega Augusto Neri, direttore della Struttura Vulcani dell'Ingv. L'eruzione del Monte Nuovo, spiega l'esperto, potrebbe rappresentare l'inizio di una nuova sequenza di eruzioni. Se questo dovesse essere confermato dagli studi, le previsioni presentate in precedenza sarebbero confermate. Altrimenti i tempi in cui si potrebbe verificare la prossima eruzione potrebbero allungarsi anche di un millennio.